88 E disse: Traditor crudele e rio,
Mai più t’adorerò, così ti giuro:
Io vo’ che Satanasso sia il mio Dio,
O se v’è altro diavolo più oscuro:
Che t’ho io fatto? dove è il fratel mio,
Ch’io lasciai pur nel suo regno sicuro?
Dove è la donna mia ch’io ti lasciai,
E’ miei figliuol ch’io ti raccomandai?
89 Che farò io, se in qua ritorna Orlando,
E se torna Rinaldo il mio nimico?
Or verrò le mie ingiurie vendicando
Contro a costui del mio Mambrino antico.
Quivi era Salincorno, e lacrimando
Dicea: Fratello, ascolta quel ch’io dico;
Dove è la fama e tua virtù fuggita?
Hai tu perduto il tuo campo o la vita?
90 E’ si conosce nell’avversitade
Il savio sempre, e nel tempo felice
Non si può ben veder chi ha in sè bontade;
Questo sai tu, ch’ognun che intende dice:
Se Fieramonte è morto, e la cittade
Distrutta così misera e infelice,
Tu hai qui tanta gente di tua setta,
Che d’ogni cosa si farà vendetta.
91 Erminion per ira fe venire
Tutti i baron legati, e poi scrivea
A Carlo Magno, e manda così a dire,
Che gli farà morir di morte rea
Con gran vergogna e con istran martire,
Se non gli dà Parigi, conchiudea,
E ’l suo tesoro e tutto il suo paese;
E che il primo impiccar farà il Danese,
92 Anzi squartar, perchè e’ fu già pagano,
E rinnegato avea lo Iddio Macone.
Il messo giunse presto a Carlo Mano,
E la ’mbasciata fe d’Erminione.
Carlo, com’uom già disperato e insano,
Nulla rispose alla sua orazione;
E ’l messaggiero indrieto tornò ratto,
Dicendo, Carlo gli pareva un matto.