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182 | il morgante maggiore. |
CANTO DECIMO.
ARGOMENTO.
È soccorso Parigi, e Gano accende
Romor, che Carlo è in lega co’ Pagani.
Stuol maganzese la città difende;
Rinaldo ed Erminion menan le mani:
A’ paladin la libertà si rende.
Rinaldo e Orlando han de’ pensieri strani,
E Malagigi n’è la cagion forte:
Vegurto da Morgante è posto a morte.
1 Te Deum laudamus, sommo Padre;
Te confessiam, Signor giusto e verace;
Laudata sia la tua benigna madre;
Donami grazia, Signor, se ti piace,
Ch’io conduca a Parigi le mie squadre,
E tragga Carlo fuor di contumace;1
E ch’io ritorni ov’io lasciai il mio canto
Colla virtù dello Spirito Santo.
2 Era già presso a Parigi a tre miglia
Faburro, ch’era innanzi all’altra gente;
Mentre che Carlo voltava le ciglia,
Vide le schiere, e gli stormenti sente:
Non sa che fussin della sua famiglia,
E più che prima fu fatto dolente;
Pur così afflitto alla sua gente è corso,
E chiama Gan, che debba dar soccorso.
3 Gano appellò il suo capitan Magagna,
E disse: Presto alla porta n’andate,
Chè nuove gente vien per la campagna;
Quivi la vostra prodezza mostrate,
Chè starsi drento poco si guadagna.
Furno in Parigi molte gente armate;
Ognun del caso nuovo si sconforta,
E tutti si ridussono alla porta.