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184 il morgante maggiore.

9 Carlo gli abbraccia con amor perfetto,
     E benedice mille volte o piue:
     Meridiana giugneva in effetto;
     E dismontata, poi che in terra fue,
     S’inginocchiò dinanzi al suo cospetto.
     Disse Ulivier: Questa crede in Gesue,
     E sua prodezza non ha pari al mondo;
     Viene a veder te, imperador giocondo.

10 Ed è figliuola d’un gran re pagano,
     E molta gente ha qui del suo paese,
     E vengono aiutar te, Carlo Mano.
     Subito Carlo le braccia distese,
     E prese la donzella per la mano,
     E ringraziolla di sì fatte imprese;
     E grand’onore alla gente pagana
     Facea far Carlo di Meridiana.

11 Disse Ulivieri alla gentil donzella:
     Che ti par, dama, detto imperadore?
     Disse la donna graziosa e bella:
     Degno di gloria e di pregio e d’onore;
     E certo chi di sue laude favella,
     Al mio parer, non può pigliare errore;
     Non minuisce già la sua presenzia
     La fama, il grido, e la magnificenzia.

12 Carlo la fece cavalcar davante,
     E poi appresso il duca Borgognone;
     Ecco apparir col battaglio Morgante.
     Carlo guardava questo compagnone,
     E disse: Mai non vidi un tal gigante!
     Ebbe di sua grandezza ammirazione.
     Morgante ginocchion lo superava,
     E così Carlo la man gli toccava.

13 Verso il palazzo Carlo s’invioe,
     Più che mai fussi in sua vita contento;
     Gan, come Orlando vide, si pensoe,
     Che questo fussi il suo disfacimento;2
     E come disperato, a sè chiamoe
     Magagna, e fece un altro tradimento,
     Dicendo: Poi che questa gente pazza
     Entrata è drento, soccorriam la piazza.