9 Carlo gli abbraccia con amor perfetto,
E benedice mille volte o piue:
Meridiana giugneva in effetto;
E dismontata, poi che in terra fue,
S’inginocchiò dinanzi al suo cospetto.
Disse Ulivier: Questa crede in Gesue,
E sua prodezza non ha pari al mondo;
Viene a veder te, imperador giocondo.
10 Ed è figliuola d’un gran re pagano,
E molta gente ha qui del suo paese,
E vengono aiutar te, Carlo Mano.
Subito Carlo le braccia distese,
E prese la donzella per la mano,
E ringraziolla di sì fatte imprese;
E grand’onore alla gente pagana
Facea far Carlo di Meridiana.
11 Disse Ulivieri alla gentil donzella:
Che ti par, dama, detto imperadore?
Disse la donna graziosa e bella:
Degno di gloria e di pregio e d’onore;
E certo chi di sue laude favella,
Al mio parer, non può pigliare errore;
Non minuisce già la sua presenzia
La fama, il grido, e la magnificenzia.
12 Carlo la fece cavalcar davante,
E poi appresso il duca Borgognone;
Ecco apparir col battaglio Morgante.
Carlo guardava questo compagnone,
E disse: Mai non vidi un tal gigante!
Ebbe di sua grandezza ammirazione.
Morgante ginocchion lo superava,
E così Carlo la man gli toccava.
13 Verso il palazzo Carlo s’invioe,
Più che mai fussi in sua vita contento;
Gan, come Orlando vide, si pensoe,
Che questo fussi il suo disfacimento;2
E come disperato, a sè chiamoe
Magagna, e fece un altro tradimento,
Dicendo: Poi che questa gente pazza
Entrata è drento, soccorriam la piazza.