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canto decimo. 185

14 Gridiam che Carlo tradimento ha fatto,
     E ch’egli ha dato Parigi a’ Pagani,
     E come alcun di lor v’è contraffatto,
     Che pare Orlando e gli altri capitani.
     E tutto il popol sollevò in un tratto;
     Corse alla piazza con armate mani;
     Il popol parigin dava favore
     A Gan, chiamando Carlo traditore.

15 Non si cognosce ancor per molti Orlando
     O gli altri, perchè l’elmo aveano in testa;
     I Maganzesi la piazza pigliando,
     Fu la novella a Carlo manifesta,
     Che tutto il popol si veniva armando:
     Parvegli segno di cattiva festa.
     Rinaldo presto correva alle sbarre
     Co’ Saracin, ch’avean le scimitarre.

16 Furno in un tratto le sbarre tagliate,
     E in ogni parte, ove Gan fe serraglio;
     Meridiana è tra sue gente armate,
     E fe gran cose in sì fatto travaglio;
     Orlando corse coll’altre brigate;
     Giunse Morgante, e diguazza il battaglio;
     Ed Ulivieri innanzi alla sua dama
     Dava gran colpi, per acquistar fama.

17 Rinaldo, in mezzo di que’ Maganzesi,
     Quanto poteva Frusberta menava,
     Tagliando a chi i bracciali,3 a chi gli arnesi,4
     E molti in terra morti ne cacciava;
     Molti ne fur feriti e molti presi:
     Ecco il Magagna, che quivi arrivava;
     Rinaldo al capo un gran colpo gli mena,
     E fessel come tinca per ischiena.

18 Ma poi che fu cognosciuto Rinaldo
     E gli altri, ognun per paura fuggia,
     Che lo vedieno infuriato e caldo;
     Tosto la piazza sgomberar facia,
     Dicendo: Ov’è quel traditor ribaldo
     Gan da Pontier? Ma fuggia tuttavia:
     Non si fidò di star drento alle mura,
     Perch’egli avea di Rinaldo paura.


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