39 E misson lui con la donzella in mezzo,
E cominciorno una fera battaglia:
Ma a molti dava il battaglio riprezzo,18
A molti trita la falda e la maglia.18a
Dicea Rinaldo: Or non istiam più al rezzo,18b
Chè non è tempo; se Gesù mi vaglia,
Io veggo a piede là Meridiana
In mezzo a tutta la turba pagana.
40 Orlando sprona subito il destrieri,
E ’nverso il campo girava la briglia,
E ’l simigliante faceva Ulivieri;
Così tutto quell’oste si scompiglia:
Erminion sentì che que’ guerrieri
Eran venuti e fanno maraviglia;
E disse: Traditor di Macometto,
E’ fia Rinaldo per più mio dispetto,
41 E ’l conte Orlando, che tornati sono:
Altri non so ch’avessin tanto ardire,
Di metter qua la vita in abbandono:
Subito incontro gran gente fece ire,
E disse: Io credo ancor che sarà buono
Ch’io m’armi tosto; e l’arme fe venire,
E ’l suo caval di fine acciaio coperto,
Chè vincere o morir dispose certo.
42 Orlando in mezzo alla sua gente entrava,
E una lancia, ch’egli aveva, abbassa;
E ’l primo che allo scudo riscontrava,
Lo scudo e l’arme e ’l petto gli trapassa:
Poi trasse Durlindana, e martellava;
Quant’arme truova, tante ne fracassa;
Fece un macel di gente in poca dotta:19
Rinaldo n’avea già morti una frotta.19a
43 Ed Ulivier facea quel che far suole;
Ma tuttavia tenea gli occhi a colei,
Ch’era sua scorta, come agli orbi il sole,
Colpi menando dispietati e rei,
Perchè soccorrer la sua dama vuole;
Ovunque e’ guata, facea l’agnusdei,20
Rivolto sempre alla sua dama bella,
E quanto può sempre s’appressa a quella.