94 Are’ voluto Carlo onestamente
Un dì Rinaldo dinanzi levarsi,
E conosceva Orlando sì possente,
Che dice in questo modo potre’ farsi.
Rinaldo era inquieto e ’mpaziente,
Nè Carlo volse di lui mai fidarsi,
Rispetto avendo alle sue pazze furie;
Poi gli avea fatte a’ suo’ dì mille ingiurie,
95 E tratto la corona già di testa.
E’ si perdona per certo ogni offesa,
Ma sempre pur nella memoria resta,
E così l’uno all’altro contrappesa.
Carlo pensossi di farne la festa,
Veggendo Orlando e la sua furia accesa;
Orlando tolse Rondello e Cortana,
Chè non ha Vegliantin nè Durlindana.
96 Meridiana e Morgante n’andorno
Con Carlo e con Orlando, per vedere;
I paladini assai lo confortorno,
Che non si lasci il signor del quartiere
Combatter col cugin suo tanto adorno,
Ma contrappor non puossi allo ’mperiere;
E molto Carlo Man fu biasimato,
Quantunque s’è con lor giustificato.
97 Tutta la corte s’avviava drieto,
Per veder questi due baron provare;
Morgante avea, come savio e discreto,
Isconfortato molto il loro andare:
Gano il sapea, e molto n’era lieto,
Dicendo: Orlando so che l’ha ammazzare
Quel traditor di Rinaldo d’Amone,
Il qual d’ogni mal mio sempre è cagione.
98 Altri dicien pur de’ baron di corte:
Carlo mi par che perda il sentimento;
Se muor Rinaldo, e ’l Conte sia più forte,
Non una volta il piangerà, ma cento;
Se ’l prenze dessi ad Orlando la morte,
Carlo a suo' dì non sarà più contento;
Vennon pur ier di paesi lontani,
Per salvar noi dall’oste de’ Pagani: