104 Carlo rispose a lui cortesemente,
Ch’a suo piacer venisse Erminione;
Venne, e con seco menò poca gente
Per gentilezza e per sua discrezione:
Carlo lo vide molto lietamente,
E sempre a man sinistra se gli pone;
Quantunque il re pagan ciò non volia,34
Ma Carlo gliel domanda in cortesia.
105 Rinaldo venne, e seco ha Ricciardetto
In compagnia, e ’l signor d’Inghilterra,
Che molto gli ha quest’impresa disdetto,
Che con Orlando non debbi far guerra;
Abbraccia Orlando quanto può più stretto,
Ed Ulivieri e Morgante poi afferra:
Meridiana quanto puote onora,
Perchè veduti non gli aveva ancora.
106 E poi diceva: O nostro Carlo Magno,
Com'hai tu consentito a tanto errore?
Tu non ci acquisti, al mio parer, guadagno,
E non sai quanto tu perdi d’onore:
Se tu perdessi un sì fatto compagno,
Quant'è Rinaldo, saria il tuo peggiore;
Se tu perdessi il tuo caro nipote,
Di dolor poi graffieresti le gote.
107 Che cosa è questa? un sì piccolo sdegno
Per due parole ancor non si perdona?
O Carlo imperador famoso e degno,
Questa non è giusta impresa nè buona:
Per Dio, della ragion trapassi il segno.
Carlo diceva fra sè: La corona
Non mi torrà di testa più Rinaldo;
E stava nel proposito suo saldo.
108 Orlando intanto a Rinaldo s’accosta,
E dice: Se’ tu, cugino, ostinato
Combatter meco? Se vuogli, a tua posta
Piglia del campo, e ciascun sia sfidato.
Rinaldo non gli fece altra risposta,
Se non che presto il cavallo ha voltato.
Carlo diceva: Io ne son malcontento;
Dicea di fuor, ma nol diceva drento.