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204 il morgante maggiore.

109 Mai non si vide falcon peregrino
     Voltarsi così destro, o altro uccello,
     Come Rinaldo fece Vegliantino,
     O come il conte Orlando fe Rondello:
     Maravigliossi il gran re saracino
     Dell’atto fiero e valoroso e bello:
     Rinaldo volse a Vegliantino il freno,
     E così il conte, in manco d’un baleno.

110 Un mezzo miglio s’eran dilungati,
     E ritornavan con tanta fierezza
     Ch’e’ Saracin dicien tutti ammirati:
     Folgore certo va con men prestezza;
     Se questi son pel mondo ricordati,
     È ben ragione, e se Carlo gli apprezza.
     Erminion tenea ferme le ciglia,
     Chè gli parea veder gran maraviglia.

111 Ma quello Iddio che regge il mondo e’ cieli,
     Mostrò ch’egli è di giustizia la fonte,
     E quanto egli ama i suoi servi fedeli:
     Mentre che Vegliantin va inverso il conte,
     Par che in un tratto se gli arricci i peli,
     E volse indrieto a Rinaldo la fronte,
     Come se ’l suo signor riconoscessi,
     E d’andar contra a lui si ritenessi.

112 Gridò Rinaldo: Che diavolo è questo?
     Voltati in drieto; che fai tu, rozzone?
     Orlando gittò via la lancia presto:
     In questo apparve alla riva un lione,
     Il qual poi ch’ognun vide manifesto,
     Ebbe di questo fatto ammirazione.
     Il fer lione a Orlando n’andoe,
     Ed una zampa in alto su levoe;

113 Nella qual’era una lettera scritta,
     Che Malagigi a Orlando mandava;
     Orlando la pigliò colla man dritta,
     E come l’ebbe letta, sogghignava.
     Rinaldo colla mente irata e afflitta
     Di Vegliantin di subito smontava;
     Vide il lion, che gli pareva strano,
     E come Orlando il brieve aveva in mano.