119 Carlo abbracciò con molta affezione
Il re, che tutto parea cambiato
Nel volto, e pien di molta contrizione;
E disse: Cristo sia sempre laudato;
Se vuoi ch’io ti battezzi, Erminione,
Andianne al fiume che ci è qui da lato;
E così finalmente andorno al fiume,
E battezzòl secondo il lor costume.
120 Così fu battezzato il re Pagano,
E battezzossi il famoso ammirante,
Ch’era stato all’assedio a Montalbano,
Com’io già dissi, detto Lionfante;
E s’alcun pur non si vuol far Cristiano
De’ Saracini, ritornò in levante.
Carlo a Parigi con gran festa torna,
Dove co’ suoi baron lieto soggiorna.
121 Ma il traditor di Gan, ch’era fuggito
Fuor di Parigi, e stava di nascoso,
Poi ch’egli intese come il fatto era ito,
Drento al suo cor fu molto doloroso;
E pensa come Carlo abbi tradito,
E giorno e notte non truova riposo;
Sente che in corte si faccia gran festa,
La qual cosa più ch’altro gli è molesta.
122 Pensa e ripensa, e va sottilizzando
Dove e’ potessi più metter la coda,35
O dove e’ venga la rete cacciando:36
D’ira e di rabbia par seco si roda;
Pur finalmente si viene accordando
Con seco stesso, e in su questo s’assoda,
Di tentar Caradoro, se potessi,
Tanto che qualche scandol si facessi.
123 E scrisse il traditor queste parole:
O Carador, di te m’incresce assai,
Che la tua figlia bella più che ’l sole
In Francia meretrice mandata hai,
E gravida è già fatta; onde e’ mi duole,
Che tua stirpe real disprezzi omai:
Com'hai tu consigliato mandar quella
Tra gente strana, sì giovane e bella?