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206 il morgante maggiore.

119 Carlo abbracciò con molta affezione
     Il re, che tutto parea cambiato
     Nel volto, e pien di molta contrizione;
     E disse: Cristo sia sempre laudato;
     Se vuoi ch’io ti battezzi, Erminione,
     Andianne al fiume che ci è qui da lato;
     E così finalmente andorno al fiume,
     E battezzòl secondo il lor costume.

120 Così fu battezzato il re Pagano,
     E battezzossi il famoso ammirante,
     Ch’era stato all’assedio a Montalbano,
     Com’io già dissi, detto Lionfante;
     E s’alcun pur non si vuol far Cristiano
     De’ Saracini, ritornò in levante.
     Carlo a Parigi con gran festa torna,
     Dove co’ suoi baron lieto soggiorna.

121 Ma il traditor di Gan, ch’era fuggito
     Fuor di Parigi, e stava di nascoso,
     Poi ch’egli intese come il fatto era ito,
     Drento al suo cor fu molto doloroso;
     E pensa come Carlo abbi tradito,
     E giorno e notte non truova riposo;
     Sente che in corte si faccia gran festa,
     La qual cosa più ch’altro gli è molesta.

122 Pensa e ripensa, e va sottilizzando
     Dove e’ potessi più metter la coda,35
     O dove e’ venga la rete cacciando:36
     D’ira e di rabbia par seco si roda;
     Pur finalmente si viene accordando
     Con seco stesso, e in su questo s’assoda,
     Di tentar Caradoro, se potessi,
     Tanto che qualche scandol si facessi.

123 E scrisse il traditor queste parole:
     O Carador, di te m’incresce assai,
     Che la tua figlia bella più che ’l sole
     In Francia meretrice mandata hai,
     E gravida è già fatta; onde e’ mi duole,
     Che tua stirpe real disprezzi omai:
     Com'hai tu consigliato mandar quella
     Tra gente strana, sì giovane e bella?