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210 il morgante maggiore.

139 Ed or, che Carador facci richiamo
     Di questo, troppo in ver mi maraviglio.
     Disse Ulivier: Che tanto comportiamo?
     Subito dette a Altachiara di piglio;
     Ma tosto gliela prese il savio Namo,
     Dicendo a quel: Tu non hai buon consiglio:
     Questo gigante è di natura acerbo,
     E però parla arrogante e superbo.

140 Non si vuole agguagliar la lor natura
     Colla nostra, Ulivier, nella fierezza;
     Però che non risponde tal misura,
     Come non corrisponde la grandezza:
     Lo ’mbasciador dee dir sanza paura,
     E vuolsi sempre usargli gentilezza.
     Ma manco pazienzia ebbe Vegurto,
     E volle a Ulivier presto dar d’urto.

141 Come un dragon se gli scagliava addosso,
     E trassegli d’un colpo d’un’accetta,41
     Credendogli ammaccar la carne e l’osso;
     Ma Ulivier dall’un lato si getta:
     Carlo fu presto della sedia mosso;
     Ma il gran Morgante gli dava una stretta,
     E corselo abbracciar subitamente,
     Benchè Vegurto assai fussi possente.

142 Vegurto prese lui sotto le braccia:
     Or chi vedessi questi due giganti
     Provarsi quivi insieme a faccia a faccia,
     Maravigliato saria ne’ sembianti;
     Ma pur Morgante in terra al fin lo caccia,
     Tanto che rider facea tutti quanti;
     Chè quando e’ l’ebbe in sullo smalto a porre,
     Parve che in terra cadessi una torre.

143 E nel cader percoteva il Danese,
     Tal che ’l Danese sotto gli cascava:
     Orlando molto ne rise e ’l marchese;
     Ma Namo presto Carlo consigliava,
     Che si levassin così fatte offese.
     Così Vegurto ritto si levava,
     E come ritto fu, gridava forte,
     E tutti i paladin disfida a morte.