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222 il morgante maggiore.

19 Rinaldo mille volte giurò a Dio,
     Che ne farà vendetta qualche volta
     Di questo fraudolente iniquo e rio,
     Se prima non gli fia la vita tolta;
     E poi diceva: Caro cugin mio,
     So che tu m’ami, e pertanto m’ascolta:
     Io vo’ che tutto il paese rubiamo,
     E che di mascalzon vita tegnamo.

20 E se San Pier trovassimo a cammino,
     Che sia spogliato, e messo a fil di spada;
     E Ricciardetto ancor sia malandrino.
     Rispose Astolfo: Perchè stiamo a bada?
     Io spoglierò Otton per un quattrino;
     Doman si vuol che s’assalti la strada:
     Non si rispiarmi parente o compagno,
     E poi si parta il bottino e ’l guadagno.

21 Se vi passassi con sua compagnia
     Sant’Orsola con l’Agnol Gabriello,
     Che annunziò la Vergine Maria,
     Che sia spogliato e toltogli il mantello.
     Dicea Rinaldo: Per la fede mia,
     Che Dio ti ci ha mandato, car fratello,
     Troppo mi piaci, e savio or ti conosco:
     Parmi mill’anni che noi siam nel bosco.

22 Quivi era Malagigi, e confermava,
     Che si dovessi far com’egli ha detto;
     Rinaldo gente strana ragunava:
     Se sa sbandito ignun, gli dà ricetto;
     Gente ch’ognun le forche meritava
     A Montalban rimetteva in assetto,
     Donava panni, e facea buone spese;
     Tanto che assai ne ragunò in un mese.

23 Tutto il paese teneva in paura,
     Ogni dì si sentia qualche spavento:
     Il tal fu morto in una selva scura,
     E tolto venti bisanti, e al tal cento,
     Insin presso a Parigi in sulle mura.
     Non domandar se Gano era contento,
     Acciò che Carlo più s’inanimassi,
     Tanto che a campo a Montalbano andassi.