Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/267

Da Wikisource.
248 il morgante maggiore.

8 A Carlo piacque al fin questo consiglio,
     E fece vista Gan da sè scacciare;
     Gan dette presto a’ suoi arnesi di piglio:
     Prima fingeva sè raccomandare:
     Carlo mostrava con turbato ciglio,
     Che in corte più non lo vuol raccettare,
     E che cercando sua ventura vada,
     E ritrovassi subito la strada.

9 Partissi il traditor celatamente,
     E presso a Montalban fece un aguato,
     E scrisse a Carlo, come la sua gente
     E lui in Pagania era arrivato,
     E mostrava pregare umilemente,
     Che perdonar gli debba ogni peccato:
     E Carlo avea le lettere mandate
     A Montalbano, e molto palesate.

10 Rinaldo s’era un giorno dipartito,
     Per passar tempo con un suo falcone;
     E Ruinatto con lui era gito
     Verso Agrismonte a lor consolazione:
     E Ricciardetto un dì ne giva al lito
     Del fiume, ove nascoso è Ganellone
     In una valle, ov’è certo boschetto
     Presso a quel fiume appiè d’un bel poggetto.

11 E mentre in qua e ’n là s’andava a spasso,
     Gan si pensò che Rinaldo quel sia;
     Uscì del bosco con molto fracasso,
     Ed assaltollo con sua compagnia,
     Tanto che preso rimaneva al passo:
     La notte inverso Parigi ne gia,
     E dette Ricciardetto preso a Carlo,
     Ed ordinorno presto d’impiccarlo.

12 Orlando, poi che questo fatto ha inteso,
     Molto pregato avea lo ’mperadore,
     Che non guardassi d’aver costui preso,
     E non gli facci oltraggio o disonore.
     Carlo rispose di grand'ira acceso:
     Io vo’ impiccarlo come traditore,
     Perchè d’Astolfo impedì la giustizia,
     Con esso insieme per la sua nequizia.