Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/27

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8 il morgante maggiore.

34 E gridò forte: Gigante, ove vai?
     Ben ti pensasti d’avermi ammazzato!
     Volgiti a drieto, che s’alia non hai,
     Non puoi da me fuggir, can rinegato:
     A tradimento ingiuriato m’hai.
     Donde il gigante allor maravigliato,
     Si volse a drieto, e riteneva il passo;
     Poi si chinò, per tor di terra un sasso.

35 Orlando avea Cortana ignuda in mano,
     Trasse alla testa, e Cortana tagliava:
     Per mezzo il teschio parti del Pagano,
     E Passamonte morto rovinava25;
     E nel cadere il superbo e villano
     Divotamente Macon bestemmiava:
     Ma mentre che bestemia il crudo e acerbo,
     Orlando ringraziava il Padre e ’l Verbo,

36 Dicendo: Quanta grazia oggi m’hai data!
     Sempre ti sono, o Signor mio, tenuto;
     Per te conosco la vita salvata,
     Però che dal gigante era abbattuto:
     Ogni cosa a ragion fai misurata,
     Non val nostro poter sanza il tuo aiuto;
     Priegoti, sopra me tenga la mano,
     Tanto che ancor ritorni a Carlo Mano.

37 Poi ch’ebbe questo detto, sen’andòe,
     Tanto che truova Alabastro più basso,
     Che si sforzava, quando e’ lo trovòe,
     Di sveglier d’una ripa fuori un masso.
     Orlando, com’e’ giunse a quel, gridòe:
     Che pensi tu, ghiotton, gittar quel sasso?
     Quando Alabastro questo grido intende,
     Subitamente la sua fromba prende.

38 E trasse d’una pietra molto grossa,
     Tanto ch’Orlando bisognò schermisse26;
     Che se l’avessi giunto la percossa,
     Non bisognava il medico venisse.
     Orlando adoperò poi la sua possa,
     Nel pettignon27 tutta la spada misse;
     E morto cadde questo badalone28,
     E non dimenticò però Macone.