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canto decimosecondo. 253

33 Gano in Maganza si fece ritorno,
     Benchè portato vi fu come morto
     Dalle sue gente che l’accompagnorno:
     A Gallerana non fu fatto torto;
     Ognun come a reina gli è d’intorno:
     Così Rinaldo comandava scorto,
     Che fatto fussi alla reina onore,
     Come se Carlo fussi imperadore.

34 Vero è ch’un altro, che ne scrive, dice
     Che subito ne venne Malagigi,
     E menava con seco Beatrice,
     Che di Rinaldo madre era, a Parigi,
     Perchè esser volea lei la ’mperadrice;
     Ma ’l prenze si ricorda de’ servigi,
     E vuol che Gallerana sia in effetto,
     Perchè molto aiutato ha Ricciardetto.

35 Tornò a Parigi Namo, e Salamone,
     E Berlinghier famoso, e Baldovino,
     Ch’era figliuol del sir dello Scaglione;
     Tornò Gualtieri a corte, tornò Avino,
     Tornò con gli altri insieme il franco Ottone,
     E tutto quanto il popol parigino;
     E’ Maganzesi ognun nettò la soglia,
     Chè non ve ne rimase seme o foglia.7

36 Fecionsi fuochi assai per la cittate,
     Fecionsi giostre e balli e feste e giuochi;
     Furon tutte le dame ritrovate,
     E gli amador, che non ve n’eran pochi;
     Tanti strambotti, romanzi e ballate,8
     Che tutti i canterin son fatti rochi;
     Sentiensi tamburelli e zufoletti,
     Liuti, ed arpe, e cetre, ed organetti.

37 Era Rinaldo molto reputato,
     E più che fussi mai contento e lieto,
     Se non ch’Orlando suo non v’ha trovato,
     Dond’egli avea gran duol nel suo segreto;
     Orlando con Terigi è cavalcato
     Più e più giorni già contra divieto,
     E ’nverso Pagania n’andava forte,
     Con intenzion mai più tornare in corte.


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