8 Guarda dove condotto m’ha fortuna,
Che appena crederai ch’io sia quel desso;
Io mi parti’, nè di mia gente alcuna
Volli, se non qui il mio scuediere appresso:
Ho cavalcato al sole ed alla luna,
Ora il tuo padre a forza m’ha qui messo;
Ma se pensato avessi tradimento,
Per lo mio Dio non mi mettea qui drento.
9 A te mi raccomando, poi ch’io sono
Dove tu vedi, e fa che ’l mio destriere
Sia governato, e poi sempre ti dono
L’anima, ’l cuore, e ciò ch’è in mio potere;
E vo’ che ’ntenda ancor quel ch’io ragiono:
Se tu potessi questo mio scudiere
In qualche modo di qui liberarlo,
Manderei per soccorso in Francia a Carlo.
10 Non potè sofferir che più parlassi
La damigella, udendo ch’era Orlando;
Parve che ’l cor nel petto si schiantassi
Per gran dolcezza, e disse lacrimando:
Io credo che Macon qua ti mandassi
Per mio amor sol, ma non so come o quando,
Chè sempre disiato ho di vederti;
Ma in altro modo qui vorrei tenerti.
11 S’io dovessi il mio padre far morire
Con le mie proprie man, tu non morrai;
Amor comanda, ed io voglio ubbidire,
Che tu sia salvo, e salvo te n’andrai;
Quando fia tempo ti saprò aprire,
E ’l tuo caval, contento ne sarai,
E lo scudier fia franco a ogni modo,
E che tu il mandi in Francia affermo e lodo.
12 Poi ch’ebbe Chiariella così detto,
Lasciava Orlando, e vanne al padre tosto,
E dicea: Quel sergente poveretto
Si morrà certo, chè mi par disposto
Di non voler mangiar: come folletto1
Gittato ha via ciò ch’i’ gli ho innanzi posto;
E colpa in ver non ci ha da gnuna banda,
Ch’ubbidir dee quel che ’l signor comanda.