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272 il morgante maggiore.

33 E Salamone, perch’era sapiente,
     Con questi due se n’andò sopra un ponte,
     E fevvi i buoi passar subitamente,
     E poi si volse con allegra fronte;
     A quel che gli sognò disse: Pon mente,
     Vedi tutte le lor fattezze pronte
     Laggiù nell’acqua? e l’ombra si vedea
     Di que’ buoi, che colui sognati avea.

34 Disse colui: E’ paion proprio i buoi
     Ch’io vidi. E Salamon rispose il saggio:
     Tu che sognasti, to’gli chè son tuoi;
     Colui che gli pagò, dè’ aver vantaggio:
     Non bisogna sognargli, che son suoi;
     Così sta la bilancia di paraggio.
     Così dich’io a te, nota, Pagano,
     Che ’l mio cavallo arai sognato invano:

35 Se volessi altro dir, del campo piglia:
     Questo destrier si sia di chi il guadagna.
     Il re Marsilio si fe maraviglia;
     Disse: Questo è da bosco e da campagna;5
     Non ho nessun qui tra la mia famiglia,
     Ch’avessi tanto ardir nè in tutta Spagna,
     Quanto ha costui, e mostra esser uom forte;
     Poi gli rispose: Oltre, io ti sfido a morte.

36 Rinaldo non istette a parlar troppo;
     Le redine girò del palafreno,
     Poi ritornava, per dargli d’intoppo;
     Facea tremare il ciel, non che ’l terreno,
     Perchè Baiardo non pareva zoppo.
     Diceva alcun di maraviglia pieno:
     Sarebbe questo del cristian concilio,
     Che così fiero va a trovar Marsilio?

37 Quando Marsilio vide il cavaliere,
     Fra sè diceva: Aiutami, Macone,
     Chè poco val qui contro al suo potere
     Allegar Trismegisto6 o vuoi Platone.
     La lancia abbassa, e pungeva il destriere,
     A mezzo il petto di Rinaldo pone:
     E benchè ’l colpo fussi ostico e crudo,
     Ruppesi in pezzi l’aste nello scudo.