Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/295

Da Wikisource.
276 il morgante maggiore.

53 Io ’l vidi, o re Marsilio, rizzar dianzi
     Ed accostarsi a un pagano a petto,
     E poi menar delle zampe dinanzi:
     Che pensi tu che gli dessi, un buffetto
     Da far cadergli di capo due schianzi?10
     E’ gli schiacciò le cervella e l’elmetto,
     E balzò il capo più di dieci braccia:
     Pensa co’ piè di drieto s’egli schiaccia.

54 Se dà in quel muro una coppia di calci,
     E’ farà rovinar questo palagio;
     Io feci presto mazzo de’ miei salci,11
     Chè lo star quivi mi parve disagio,
     Però che contro a lui poco arme valci,
     Tanto superbo par, bravo e malvagio:
     Sanza pietà mi pareva Briusse:
     Io mi fuggi’, ch’attorno andavon busse.

55 Nè credo che vi sia campato un solo;
     E ’l tuo nipote vidi morir io,
     Afflitto, poveretto, con gran duolo.
     Quando Marsilio queste cose udio,
     Che così tristamente tanto stuolo
     Vi fussi morto: O Macon nostro Iddio,
     Dicea piangendo, come lo consenti,
     Che così sien distrutte le tue genti?

56 Questi eran pur, Macon, de’ tuoi Pagani,
     Che così morti son come tu vuoi.
     Sarestu mai d’accordo co’ Cristiani?
     Ma se tu se’, che arai tu fatto, poi
     Che tutti saren morti come cani?
     Arai fatti morir gli amici tuoi,
     Sarai tenuto al fin pur tu crudele,
     Poi che fia spento il popol tuo fedele.

57 Rinaldo vide Luciana bella
     Dolersi con parole inzuccherate;
     Verso Marsilio in tal modo favella:
     Manda con meco delle tue brigate
     Un, che m’insegni questa bestia fella;
     Non ti doler delle cose passate:
     Que’ che son morti, Iddio gli facci sani;
     Vedrai ch’io l’uccidrò colle mie mani.