33 La poca pazienzia s’accozzoe
Di Rinaldo, e ’l gigante appunto bene:
Rinaldo la sua spada fuor tiroe,
Ed una punta crivellando viene;
Tanto che in mezzo il petto gliel caccioe,
E riuscì di drieto per le rene:
Nè potè Liorgante alzar la mazza,
Chè come un pollo morto giù stramazza;
34 E parve che cadessi una gran torre.
La gente corse a sì fatto romore,
E domandava ognun che quivi corre:
Che vuol dir questo? e ’nteso poi il tenore,
Dicevan tutti: E’ non vi si può apporre,
Poi che Vergante amava il traditore,
E dicea che fu a torto il dì ammazzato.
Così Rinaldo assai fu commendato.
35 Poi col consiglio del savio Balante
Rinaldo a Siragozza un messo manda
A Luciana famosa e prestante,
E quanto più potea si raccomanda
Che venga presto con sue gente avante,
E di tal cosa romor non ispanda;
Che si ricordi quel ch’ella ha promesso.
E in pochi giorni compariva il messo.
36 E Luciana il vide volentieri,
E disse al padre quel che scrive il prenze;
Disse Marsilio: Che i tuo’ cavalieri
Tu metta in punto e tutte tue potenze,
Ch’io arò sempre in tutti i miei pensieri
Rinaldo nostro e sue magnificenze;
Troppo mi piacquon l’opre sue leggiadre.
E così in punto si misson le squadre.
37 Diceva Luciana: Io voglio ancora
Che mi conceda che con essi vada,
E se per me il tuo sangue non si onora,
Non mi lasciar mai più portar la spada;
Ma questa è quella volta che rinflora.7
Disse Marsilio: Fa come t’aggrada,
Pur che si faccia piacere a Rinaldo,
Chè di servirlo son più di te caldo.