68 E che vi fussi boncio, e barbio, e lasca.
Alefe finalmente v’era scorto,
E come sol dell’acqua quel si pasca,
E tratto fuor di quella parea morto;
Vedevasi la manna che giù casca,
E ’l pesce per pigliarla stare accorto,
E come il pescator molto s’affanni
Con rete ed esca, e con mille altri inganni.
69 Poi si vedea Nettunno col tridente
Guardar con atti ammirativi e schifi,
Quando prima Argo nel suo regno sente,14
Che lo voleva a Colchi guidar Tifi;
Scilla abbaiar si sentia crudelmente,
E i mostri suoi digrignavano i grifi;
Vedeasi Teti, e vedevasi Ulisse
Come più là che i segni d’Ercol gisse.
70 Cimoto15 e Triton placar la tempesta,
Glauco16 poi si vedeva ondeggiare;
Esaco17 afflitto con molta molesta
Cercando Esperia ancor sott’acqua andare;
Talvolta Galatea fuor trar la testa
Che fe già Polifemo innamorare:
Notavan per lo mar con ambo mane,
Converse in ninfe, le nave troiane.
71 Poi si vedeva nave in quantitate
Gir sopra l’acqua, e molti legni strani,
Balenier, grippi, e galeazze armate
E brigantin, carovelle e marrani,
Liuti, saettie, gonde spalmate;
E sopra fuste menarsi le mani;
Battelli, e paliscarmi, e schifi, e barche
D’uomini e merce e varie cose carche.
72 L’ultima parte toccava alla terra:
Quivi si vede tutte l’erbe e piante,
E come il globo si ristringe e serra,
E le città famose tutte quante,
E gli animali, e come ciascuno erra
Chi qua chi là per Ponente e Levante,
Per Mezzogiorno, e chi per Tramontana,
Ogni fera domestica e silvana.