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310 il morgante maggiore.

44 E’ n’ha già bastonati centinaia,
     E trita lor le carni, i nervi e l’ossa.
     Rispose Orlando: Sempre ove a te paia
     La mia persona, Chiariella, è mossa;
     E so, che se m’aspetta alla callaia,7
     Vedrai che la tua gente fia riscossa:
     Fecesi l’arme trovare e ’l cavallo,
     E Chiariella sua sol vuole armallo:

45 E fece armare alquanti cavalieri:
     Orlando disse volea poca gente;
     Che lasci col gigante a lui i pensieri.
     Armossi Chiariella incontanente,
     E con Orlando montava a destrieri.
     Anzi su vi saltò molto attamente;
     E ’l suo fratel, ch’era ardito e gagliardo,
     N’andò con lei, ch’avea nome Copardo.

46 Era il gigante alla porta a aspettare;
     Vide costoro, e innanzi si facea;
     Ma Chiariella, che ’l vide accostare:
     Io vo’ con esso provarmi, dicea,
     Se questa grazia, Orlando, mi vuoi fare.
     Orlando ch’è contento rispondea.
     Allor la dama va inverso il Pagano,
     Che se n’avvide, e prese un’asta in mano.

47 Abbassa la sua lancia Chiariella,
     E poi nel petto al gigante la spezza;
     Ma non si mosse punto della sella
     Per sua gran forza e per la sua grandezza,
     E giunse nello scudo la donzella
     Coll’aste dura e con molta fierezza,
     E fecela cader fuor dell’arcione,
     Che molto spiacque al figliuol di Milone.

48 Corante la volea pigliar pel braccio,
     E come il lupo portarnela via:
     Diceva Orlando: Non gli dare impaccio;
     Se tu la tocchi, per la fede mia,
     Per mezzo il petto la spada ti caccio:
     Oltre, gaglioffo pien di codardia,
     Della tua gran viltà, per Dio, m’incresce,
     Ed è ben ver ch’ogni trista erba cresce.