59 E se non fusse la sorella mia,
Dicea Copardo, che s’è innamorata
Della sua fama e di sua gagliardia,
Sarebbe or la sua vita annichilata,
Perchè il mio padre non lo conoscia;
Ma poi che vide la terra assediata,
Gli dette Chiariella per rimedio
Di liberarlo, per levar l’assedio.
60 Ma per paura lo tien del Soldano,
E non gli dà di partirsi licenzia;
Ma tu se’ qui or con armata mano:
Io ti darò la città in tua potenzia,
Tanto m’incresce di tal caso strano
D’un uom sì degno e di tanta eccellenzia:
La mia sorella tanto amor gli porta,
Ch’a tradimento daremti una porta.
61 Rinaldo, ch’avea già legato il core
Per gran dolcezza, abbracciava Copardo,
E disse: Io sento già tanto fervore
Del mio cugin, che tutto nel petto ardo;
So che tu parli con perfetto amore,
Se bene alle parole tue riguardo:
E Chiariella, per la fede mia,
Si loderà della sua cortesia.
62 A mio parer, ritorna alla cittate,
E dì con Chiariella questo fatto:
Quando fia tempo poi me n’avvisate,
Ch’io so che riuscir ci debbe il tratto,
Ch’io mi confido nella tua bontate,
Sanza far teco altra convegna o patto.
E dettegli il cavallo e l’armi sue,
E presto al padre suo dinanzi fue.
63 L’Amostante dicea: Chi t’ha mandato?
Copardo disse: Da me son fuggito.
Rispose l’Amostante: Tu hai fallato;
Poi disse: Forse è pur miglior partito,
Chè non t’avessi un giorno là impiccato.
Copardo a Chiariella sua n’è ito,
Ed ogni cosa ragionorno insieme,
E la fanciulla d’allegrezza geme.