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canto decimoquinto. 319

89 E fe’ dell’Amostante ritrovare
     Il corpo, e poi gli dette sepultura,
     E tutta la città fece ordinare;
     Orlando d’ogni cosa gli diè cura,
     E sta con Chiariella a motteggiare,
     Quando cavalca insin fuor delle mura.
     Ed ogni dì se ne vanno a sollazzo:
     Rinaldo governava nel palazzo.

90 Or ci convien lasciar costoro un poco;
     Il Soldan si tornava a Babillona,13
     Fatta la pace, e messo Orlando in loco
     Che pensò che lasciassi la persona:
     Sentì come era acceso un altro foco,
     E come egli era morta la Corona
     Dell’Amostante, e presa la sua terra,
     E cominciava a dubitar di guerra.

91 In drieto verso Persia ritornava
     Col campo tutto per miglior partito,
     E presso a poche leghe s’accampava;
     E ’ntese meglio il caso come era ito:
     Un suo messaggio alla città mandava,
     E duolsi,l’Amostante sia perito,
     Ma che comunche la cosa si sia,
     Che s’appartiene a lui la signoria.

92 E se Rinaldo la terra non lascia,
     Che s’apparecchi di difender quella;
     Se non che gli darà di molta ambascia:
     E troppo biasimava Chiariella,
     Che come meretrice, anzi bagascia14
     D’Orlando, il tradimento avea fatt’ella;
     Ed era un barbassor molto stimato
     Colui che imbasciadore avea mandato.

93 Giunse al palazzo, ove ciascun dimora,
     Il barbassoro, e spose la ’mbasciata:
     Quel Macometto, che per noi s’adora
     Distrugga questa gente battezzata;
     E ’l mio signor ch’è nel campo di fuora,
     E la sua figlia, c’ha l’arma incantata,
     Famosa e forte, che si chiama Antea,
     Salvi e mantenga; in tal modo dicea