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canto primo. 15

69 Ma finalmente convien ch’egli smonte,
     E disse: Io son pur leggier come penna,
     Ed è scoppiato; che ne di’ tu, conte?
     Rispose Orlando: Un arbore d’antenna
     Mi par piuttosto45, e la gaggia la fronte46;
     Láscialo andar, chè la fortuna accenna,
     Che meco a piede ne venga, Morgante.
     Ed io così verrò, disse il gigante.

70 Quando sarà mestier, tu mi vedrai,
     Com’io mi proverrò nella battaglia.
     Orlando disse: Io credo tu farai
     Come buon cavalier, se Dio mi vaglia,
     Ed anco me dormir non mirerai.
     Di questo tuo caval non te ne caglia;
     Vorrebbesi portarlo in qualche bosco,
     Ma il modo nè la via non ci conosco.

71 Disse il gigante: Io il porterò ben io,
     Da poi che portar me non ha voluto,
     Per render ben per mal, come fa Dio;
     Ma vo’ ch’a porlo addosso mi dia aiuto.
     Orlando gli dicea: Morgante mio,
     S’al mio consiglio ti sarai attenuto,
     Questo caval tu non vel porteresti,
     Chè ti farà come tu a lui facesti.

72 Guarda che non facessi la vendetta,
     Come fece già Nesso47, così morto:
     Non so se la sua istoria hai inteso, o letta:
     E’ ti farà scoppiar, dátti conforto.
     Disse Morgante: Aiuta ch’io mel metta
     Addosso, e poi vedrai s’io ve lo porto:
     Io porterò, Orlando mio gentile,
     Con le campane là quel campanile.

73 Disse l’abate: Il campanil v’è bene,
     Ma le campane voi l’avete rotte.
     Dicea Morgante: E’ ne porton le pene
     Color che morti son là in quelle grotte:
     E levossi il cavallo in sulle schiene,
     E disse: Guarda s’io sento di gotte,
     Orlando, nelle gambe, o s’io lo posso;
     E fe duo salti col cavallo addosso.