69 Ma finalmente convien ch’egli smonte,
E disse: Io son pur leggier come penna,
Ed è scoppiato; che ne di’ tu, conte?
Rispose Orlando: Un arbore d’antenna
Mi par piuttosto45, e la gaggia la fronte46;
Láscialo andar, chè la fortuna accenna,
Che meco a piede ne venga, Morgante.
Ed io così verrò, disse il gigante.
70 Quando sarà mestier, tu mi vedrai,
Com’io mi proverrò nella battaglia.
Orlando disse: Io credo tu farai
Come buon cavalier, se Dio mi vaglia,
Ed anco me dormir non mirerai.
Di questo tuo caval non te ne caglia;
Vorrebbesi portarlo in qualche bosco,
Ma il modo nè la via non ci conosco.
71 Disse il gigante: Io il porterò ben io,
Da poi che portar me non ha voluto,
Per render ben per mal, come fa Dio;
Ma vo’ ch’a porlo addosso mi dia aiuto.
Orlando gli dicea: Morgante mio,
S’al mio consiglio ti sarai attenuto,
Questo caval tu non vel porteresti,
Chè ti farà come tu a lui facesti.
72 Guarda che non facessi la vendetta,
Come fece già Nesso47, così morto:
Non so se la sua istoria hai inteso, o letta:
E’ ti farà scoppiar, dátti conforto.
Disse Morgante: Aiuta ch’io mel metta
Addosso, e poi vedrai s’io ve lo porto:
Io porterò, Orlando mio gentile,
Con le campane là quel campanile.
73 Disse l’abate: Il campanil v’è bene,
Ma le campane voi l’avete rotte.
Dicea Morgante: E’ ne porton le pene
Color che morti son là in quelle grotte:
E levossi il cavallo in sulle schiene,
E disse: Guarda s’io sento di gotte,
Orlando, nelle gambe, o s’io lo posso;
E fe duo salti col cavallo addosso.