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canto primo. 17

79 Noi ti potremo di messe onorare,
     Di prediche, di laude, e paternostri,
     Piuttosto che da cena, o desinare,
     O d’altri convenevol che da chiostri:
     Tu m’hai di te sì fatto innamorare
     Per mille alte eccellenzie che tu mostri,
     Ch’io me ne vengo, ove tu andrai, con teco,
     E d’altra parte tu resti qui meco.

80 Tanto ch’a questo par contradizione,
     Ma so che tu se’ savio, e 'ntendi, e gusti,
     E intendi il mio parlar per discrizione:
     De’ beneficj tuoi pietosi e giusti
     Renda il Signore a te munerazione49,
     Da cui mandato in queste selve fusti;
     Per le virtù del qual liberi siamo,
     E grazie a lui, e a te noi ne rendiamo.

81 Tu ci hai salvato l’anima e la vita:
     Tanta perturbazion già que’ giganti
     Ci detton, che la strada era smarrita
     Da ritrovar Gesù con gli suoi santi;
     Però troppo ci duol la tua partita,
     E sconsolati restiam tutti quanti:
     Nè ritener possianti i mesi e gli anni,
     Chè tu non se’ da vestir questi panni;

82 Ma da portar la lancia e l’armadura;
     E puossi meritar con essa, come
     Con questa cappa; e leggi la Scrittura:
     Questo gigante al Ciel drizzò le some50
     Per tua virtù: va’ in pace a tua ventura
     Chi tu ti sia, ch’io non ricerco il nome,
     Ma dirò sempre, s’io son domandato,
     Ch’un angiol qui da Dio fussi mandato.

83 Se c' è armadura, o cosa che tu voglia,
     Vattene in zambra51, e pigliane tu stessi,
     E cuopri a questo gigante la scoglia52.
     Rispose Orlando: Se armadura avessi,
     Prima che noi uscissim della soglia,
     Che questo mio compagno difendessi,
     Questo accetto io, e sarammi piacere.
     Disse l’abate: Venite a vedere.