24 Quando Rinaldo sarà ritornato,
Perch’io m’avveggo tu gli porti amore,
Ciò che promesso gli hai fia osservato,
E giusto il mio poter farengli onore,
Tanto che in Persia si sia ritornato:
Quivi si poserà, sendo signore:
Direm che nella Mecche tu sia andata,
E ’n pochi giorni qui sarai tornata.
25 Gano in sul fatto diceva parole,
Ch’eran tutte de’ colpi del maestro:
Quando Antea vide che ’l Soldan pur vuole,
Rispose che parata era a suo destro:
Fannosi insegne, come far si suole,
E fornimenti per luogo campestro,
Padiglioni e trabacche s’apparecchia,
E tutta l’arme si ritruova vecchia.
26 Non credo che mai tanto martellassi
In Mongibello il gran fabbro Vulcano,
Quanto per tutta Babillona fassi:
E chi portava l’arco soriano,
Racconcia le saette co’ turcassi;
Chi la sua scimitarra piglia in mano,
E vuol veder s’ell’è di tutta pruova;
Chi briglie e selle, e chi staffe rinuova.
27 In pochi giorni son tutti assettati,
E diè il Soldan le sue benedizioni
Alla figliuola, e sono accomiatati,
E dati tutti al vento i lor pennoni;
Guardava Antea que’ cavalieri armati,
E tutti gli vagheggia in sugli arcioni,
E dice: Io vedrò pur Cristianitade,
Castella e ville e l'altre sue contrade.
28 Le sue marine, i boschi, i monti e ’l piano,
E ’l bel castel che guarda Malagigi
Del mio Rinaldo, detto Montalbano;
Vedrò la bella chiesa San Dionigi:
Vedrò il Danese, Astolfo e Carlo Mano,
Quand’io sarò a combatter poi a Parigi;
E s’io torrò a Rinaldo il suo castello,
Potrò ciò ch’io vorrò poi aver da quello.