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354 il morgante maggiore.

24 Quando Rinaldo sarà ritornato,
     Perch’io m’avveggo tu gli porti amore,
     Ciò che promesso gli hai fia osservato,
     E giusto il mio poter farengli onore,
     Tanto che in Persia si sia ritornato:
     Quivi si poserà, sendo signore:
     Direm che nella Mecche tu sia andata,
     E ’n pochi giorni qui sarai tornata.

25 Gano in sul fatto diceva parole,
     Ch’eran tutte de’ colpi del maestro:
     Quando Antea vide che ’l Soldan pur vuole,
     Rispose che parata era a suo destro:
     Fannosi insegne, come far si suole,
     E fornimenti per luogo campestro,
     Padiglioni e trabacche s’apparecchia,
     E tutta l’arme si ritruova vecchia.

26 Non credo che mai tanto martellassi
     In Mongibello il gran fabbro Vulcano,
     Quanto per tutta Babillona fassi:
     E chi portava l’arco soriano,
     Racconcia le saette co’ turcassi;
     Chi la sua scimitarra piglia in mano,
     E vuol veder s’ell’è di tutta pruova;
     Chi briglie e selle, e chi staffe rinuova.

27 In pochi giorni son tutti assettati,
     E diè il Soldan le sue benedizioni
     Alla figliuola, e sono accomiatati,
     E dati tutti al vento i lor pennoni;
     Guardava Antea que’ cavalieri armati,
     E tutti gli vagheggia in sugli arcioni,
     E dice: Io vedrò pur Cristianitade,
     Castella e ville e l'altre sue contrade.

28 Le sue marine, i boschi, i monti e ’l piano,
     E ’l bel castel che guarda Malagigi
     Del mio Rinaldo, detto Montalbano;
     Vedrò la bella chiesa San Dionigi:
     Vedrò il Danese, Astolfo e Carlo Mano,
     Quand’io sarò a combatter poi a Parigi;
     E s’io torrò a Rinaldo il suo castello,
     Potrò ciò ch’io vorrò poi aver da quello.