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20 il morgante maggiore.

24. stare a segno. Star con timore; e vale anche stare a obbedienza, dentro a’ termini dè’ convenevoli, ἐμμένειν τοῖς λελεγμένοις. — La forza, e ’l malvoler ec. Da quel di Dante:

Che dove l’argomento della mente
S’aggiugne al malvolere ed alla possa,
Nessun riparo vi può far la gente.


26. e gli oppi. L’oppio è albero cui si marita la vite. Lat.: opulus. Si trova usato invece di pioppo, altro albero a cui pure suole maritarsi la vite. — in cimitero. Qui forse è preso, come suol farsi comunemente, per quel ripiano, o prato, o checchessia che sta davanti all’ingresso delle chiese. Cimitero veramente è il Camposanto; e i primitivi Cristiani così chiamarono il luogo ove seppellivano i morti, da κοιμάομαι, dormire; avendo forse l’occhio a quel passo d’Isaia, ove appella camere i sepolcri dei giusti. Vade, populus meus, intra in cubicula tua, claude ostia tua super te, abscondere modicum ad momentum, donec pertranseat indignatio.

27. guarrebbe. Guarirebbe.

29. che sono anco più giusti. Di grandezza e di forza ben proporzionata.

30. se star volea per fante. Per servo. Così, a prima giunta, Passamonte dà la baia a Orlando.

31. ragazzino. Lo stesso che fante.

32. Il qual non s’era partito da bomba. Non s’era mosso dal luogo dov’ora. Bomba è il luogo determinato nel giuoco del pome, e in altri ancora, dal quale il giuocatore si parte, ritorna. Meta, τέρμα. Il Minucci nelle note al Malmantile, descrivendo il giuoco fanciullesco dei birri e ladri, fa derivare la voce bomba dal greco βόμβέω far suono, e strepito; donde il verbo rimbombare, e il nome dato a quelle grosse palle di ferro incavate, e piene di fuochi artificiali, le quali gettansi nelle città o fortezze, che incendiano ovunque vanno a cadere), facendo grande romore in iscoppiare.

33. per chi m’aveva scorto. Per chi m’aveva egli preso. — ch’egli arebbe il torto. Questo, e altri modi usa spesso il Poeta, i quali ledono quel rispetto che uom debbe alla Divinità. Qui potrebbe bene applicarsi il trito proverbio «Scherza co’ fanti, e lascia stare i santi». Noli miscere sacra profanis.

35. morto rovinava. Passamonte, nel cadere giù, potea ben dirsi che ruinasse piuttosto che egli cadesse, in riguardo della sua gigantesca corporatura.

38. schermisse. Si schermisse. — pettignon. La parte del corpo tra la pancia, o le parti che l’uom cela, pubes. — badalone. Scioccone, buono a nulla, perdigiorni. Qui per grande e grosso semplicemente. Così il Vocabolario.

39. come una cosa matta. Quasi fuor di sè per l’avuta visione.

41. cattivelli. Miseri, infelici, o come direbbesi, poveretti.

43. Non mi valeva per chiamar Macone. Valere ha qui forza di aver valore, possanza: e significa «per quanto io chiamassi Macone, ei non aveva possanza di liberarmi».

44. gradir. Ricompensare. Il Vocabolario dà solo questo esempio. — Stu. Se tu.

50. ristorar. Ricompensare.

52. E tanto pare a lor, quanto a lui pare.

E ciò che vuole Iddio, e noi volemo.
                                   Dante, Parad.

53. Morti co’ morti. I morti, i miei fratelli, sian co’ morti; noi attendiamo a godere.

54. A quel signor. Verso quel signore.

56. Come i giganti. Come dei giganti.

65. lo ’ncarnava. Lo feriva, facendo penetrare entro la carne la freccia.

64. punzone. Forte colpo di pugno, pugni ictus.

66. breviali. Breviarii.

67. E ferno a scoppia corpo. Mangiarono a crepapelle. — scuffian. Scuffiare vale mangiar molto, e con ingordigia. Il Minucci, nelle sue note al Malmantile, fa venire questa voce da scuffina. che è una certa lima, o