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canto terzo. 41

3 Orlando vide il pagano adirato,
     Pensò volere il colpo riparare;
     Ma non potè, chè ’l brando è giù calato
     In su la groppa, e Rondel fe cascare;
     Tanto ch’Orlando si trovò in sul prato,
     E disse: Iddio non si potè guardare.
     Da’ traditor: però chi può guardarsi?
     Ma la vergogna qua non debbe usarsi.

4 Poi fra sè disse: Ove se’, Vegliantino?
     Ma non disse sì pian, che ’l suo nimico
     Non intendessi ben questo latino;
     E si pensò di dirlo al padre antico.
     Orlando s’accorgea del Saracino
     E disse: Se più oltre a costui dico,
     In dubbio son, se mi conosce scorto:
     Il me’ sarà ch’ei resti al campo morto.

5 La gente fu dintorno al conte Orlando
     Con lance, spade, con dardi e spuntoni;
     E lui soletto s’aiuta col brando:
     A quale il braccio tagliava e’ faldoni1,
     A chi tagliava sbergo, a chi potando
     Venia le mani, e cascono i monconi:
     A chi cacciava di capo la mosca,
     Acciocch’ognun la sua virtù conosca.

6 Morgante vide in sì fatto travaglio
     Il conte Orlando, e in là n’andava tosto,
     E cominciò a sciorinare il battaglio,
     E fa veder più lucciole ch’agosto:
     I Saracin di lui fanno un berzaglio
     Di dardi e lance, ma gettan discosto
     Tanto, che quando dov’è il conte venne,
     Un istrice coperto par di penne.

7 Era a cavallo Orlando risalito,
     E già di Lionetto ricercava;
     Ma Lionetto, com’e’ l’ha scolpito2,
     Inverso la città si ritornava,
     E per paura l’aveva fuggito:
     Orlando forte Rondello spronava;
     E tanto e tanto in su’ fianchi lo punse,
     Che Lionetto alla porta raggiunse.