Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/69

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50 il morgante maggiore.

48 Rinaldo fece Albanese messere;
     Disse: Quest’orzo mi par del verace.
     Brunor diceva con un suo scudiere:
     Questo caval si vorrà, chè mi piace.
     Rinaldo torna, e riponsi a sedere,
     E rimangiò com'un lupo rapace;
     Un Saracin, che ancor lui fame avea,
     Allato a lui a mangiar si ponea.

49 Rinaldo l’ebbe alla fine in dispetto,
     Però che diluviava23 a maraviglia,
     E cadegli la broda giù pel petto:
     Guardò più volte, e torceva le ciglia,
     Poi disse: Saracin, per Macometto,
     Che tu se’ porco, o bestia che ’l somiglia:
     Io ti prometto, stu non te ne vai,
     Farò tal giuoco che tu piangerai.

50 Disse il Pagan: Tu debb'esser un matto,
     Poi che di casa mia mi vuoi cacciare.
     Disse Rinaldo: Tu vedrai bell’atto.
     Il Saracin non se ne vuole andare,
     E nel paiuol si tuffava allo imbratto.
     Rinaldo non potè più comportare,
     Il guanto si mettea nella man destra,
     Tal che gli fece smaltir la minestra.

51 Chè gli appiccò in sul capo una sorba24,
     Che come e’ fussi una noce lo schiaccia:
     Non bisognò che con man vi si forba;
     E morto nel paiuol quasi lo caccia,
     Tanto che tutta la broda s’intorba.
     Dodon gridava al marchese: Su spaccia,
     Lieva su presto, la zuffa s’appicca;
     Donde Ulivieri abandonò la micca25.

52 Allora una brigata di que’ cani
     Subito addosso corsono a Dodone,
     E cominciossi a menarvi le mani:
     Rinaldo vide appiccar la quistione,
     E in mezzo si scagliò di que’ Pagani;
     Così faceva Ulivier Borgognone:
     Trasse la spada dal lato suo bella,
     Ma presto sanguinosa e brutta fella.