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canto terzo. 53

63 Ma come piacque a quel signor divino
     Ch’aiuta sempre ognun c’ha la ragione,
     Ci capitò un mio fratel cugino,
     Il qual si chiama Orlando di Milone:
     E come quel ch’è giusto Paladino,
     Ebbe di me giusta compassione;
     E in su quel monte andò a trovar costoro,
     E con sua mano uccise due di loro.

64 Il terzo per suo amor si convertie,
     E con quel conte Orlando se n’andoe
     Verso Levante, e da me si partie;
     Tanto che sempre io ne sospireroe.
     Quando Rinaldo le parole udie,
     Molto d’Orlando si maraviglioe,
     E non sapea rassettar nella mente,
     Come l’abate fussi suo parente.

65 E cominciò così al Pagano a dire:
     Or ti parrà che ’l solco vada ritto,
     Or due campane si possono udire:
     Tu mi parlavi simulato e fitto:
     Però s’a questo non sai contraddire,
     La mia sentenzia è data già in iscritto:
     Se vero è quel che l’abate m’ha porto,
     Egli ha ragione, e tu, Pagano, hai ’l torto.

66 E intendo di provar quel ch’io ti dico
     A corpo a corpo, a piede o a cavallo,
     Perch’io son troppo alla ragione amico.
     Disse il Pagano: E’ si vorria impiccallo
     Con teco; or guarti29 come mio nimico:
     Tu debb’essere un ghiotto sanza fallo.
     Disse Rinaldo: Com’io sarò ghiotto,
     Tu mel saprai dir meglio al primo botto.

67 Disse Brunoro: Noi faremo un patto,
     Che s’io ti vinco, io vo’ questo destriere;
     Ch’al primo so ti darò scaccomatto,
     Colla pedona in mezzo lo scacchiere30.
     Disse Rinaldo: Come vuoi, sia fatto;
     Se tu m’abbatti, questo è ben dovere;
     Ed anco a scacchi ti potria dir reo31,
     Ch’io fo i tuo’ par ballar come ’l paleo32.


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