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canto terzo. 59

ticelle, o pezzetti di pane, paste, o simili cose. Anche quelle piccole particelle di pane o altro che avanzano a mensa, dette comunemente minuzzoli, delle quali il Vangelo dica che davansi a’ cani, si chiamavano micæ.

53. se Dio ti vaglia. Modo deprecativo, o desiderativo. La particella se è qui usata al modo che i Latini usavano il sic. Sic te Diva potens Cypri, disse Orazio; o come adoperavano la particella ἤ i Greci, i quali per esprimere il nostro se Dio vuole, dicevano ἤ Θέος θέλῃ.

54. in cagnesco. Stare in cagnesco vale con viso arcigno, torvo vultu.

66. guarti. Guardati.

67. ti darò scaccomatto, Colla pedona in mezzo lo scacchiere. Avere, ricevere, o dare lo scacco, o lo scaccomatto, vale torre, o esser tolto di posto; e anche ricevere, o cagionare danno e perdita; tratta la similitudine dal giuoco degli scacchi, dove dicesi dare scacco matto quando si vince il giuoco, facendo prigione il Re. Questo giuoco degli Scacchi è antichissimo, e fu usato anche dai Greci, i quali ora lo chiamano ζατρίκιον, e poi da’ Latini che lo dissero ludus latrunculorum, e lo scacco matto calculus incitus, o ad incitas adactus, cioè soggiogato, abbattuto, e ridotto alle strette in luogo da non si poter muovere; e di fatto Scaccomatto è quando la figura chiamata il Re non può far più mossa. E perchè questo Re rimane vinto, soggiogato, lo diciamo nell’italiano Scaccomatto dalla antica voco latina mattus, che vale bagnato e soggiogato, e viene dal greco μάττω pigiare, pestare, consumare, ec. Di qui mactare che significa soggiogare, domare, e di qui similmente noi Italiani chiamiamo matto colui, la retta ragione del quale è come abbattuta, soggiogata; e l’uccidere diciamo ammazzare, quasi ammactare, cioè superare altrui colla morte. Altri però ha opinato che il verbo ammazzare derivi invece da uccidere con mazza. Vedi il Grassi. Del resto noi chiamiamo un tal giuoco gli Scacchi, perchè il tavoliere sul quale si giuoca, è distinto in tanti quaretti rassomiglianti a quei che si veggono dipinti sulle divise, e nelle insegne o armi gentilizie, e che si dicono scacchi, in greco ἐμβλημάτια.

67. ti potria dir reo. Dire reo vale aver mala sorta, cattiva fortuna, e ciò specialmente nel giuoco. I Latini dicevano: adversa fortuna, ec.— paleo. Strumento con cui giuocano i fanciulli, facendolo girare con una sferza, e lo chiamano anche fattore. Si rassomiglia esso per la sua figura alla trottola, ma ne differisce però, come ne fa fede una certa cantilena degli antichi ragazzi, riportata dal Minucci nelle note al Malmantile, Canto II, St. 23, e che dice:

E il Cristian non è Giudeo,
E la trottola non è paleo,
E il paleo non è trottola.

Il Salvini nel medesimo luogo fa venire la voce Paleo dal greco verbo πολέειν, vertere; quasi dicesse da prima poleo, poi paleo. I Greci dalla sua figura piramidale lo chiamarono κῶνος, e i Latini turbo. Si dà anche il nome di Paleo a una specie di erba che nasce intorno alle lagune.

68. puntaglia. Contrasto, combattimento.

71. E del diciotto teneva ogni invito. Modo proverbiale, e dicesi di chi è soverchiamente loquace, o come dicevano i Latini Moschus canens Bœoticum. Qui pare voglia significare non rifiutare, nè temere di venire alle mani con chiunque.


74. chiana. Palude, stagnum. — croscio. Crosciare significa il cadere della subita e grossa pioggia: e vale anche, come qui, mandar giù con violenza, con forza, infligere ictum.

76. e in qual confino. Qui confine sta per paese, territorio.