Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/89

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70 il morgante maggiore.

49 Com’e’ furno in Carrara i paladini,
     Ognun volgeva a guardargli le ciglia;
     Preson conforto tutti i Saracini,
     E del lion ne prendean maraviglia.
     Rinaldo giunse al palagio a’ confini25,
     E salutò Corbante, e poi la figlia;
     Corbante disse: Tu sia il ben venuto,
     Se per la fiera a dar mi vieni aiuto.

50 Allor Rinaldo rispose: O Corbante,
     Il nome mio è ’l guerrier del lione,
     E credo in Apollino, e Trevigante,
     E non vorrei pel nostro Iddio Macone
     Avere a capitar certo in Levante,
     Poi ch’io senti’ della tua passione.
     Quel disse forte, e quest’altro bisbiglia:
     Anzi poi ch’io senti’ della tua figlia.

51 Ulivier gli occhi alla donzella gira,
     Mentre Rinaldo in questo modo parla;
     Subito pose al berzaglio la mira26,
     E cominciò cogli occhi a saettarla,
     E tuttavolta con seco sospira:
     Questa non è, dicea, carne da darla
     A divorare alla fiera crudele,
     Ma a qualche amante gentile e fedele.

52 Corbante aveva intanto così detto:
     Sia chi tu vuoi, o famoso guerriere,
     Basta sol che tu credi in Macometto:
     Se tu credessi, gentil cavaliere,
     Uccider questa fiera, io ti prometto
     Di darti mezzo il reame e l’avere:
     E se tu ’l vuo’ ancor tutto, i’ son contento,
     Pur che mi tragga fuor d’esto tormento.

53 Come tu vedi, la terra è condotta,
     D’un bel giardino, spelonca o diserto:
     La mia figliuola, s’appressa già l’otta27,
     Che morir dee sanza peccato o merto.
     Ma Ulivier nella mente borbotta28:
     Non mangerà sì bianco pan per certo
     Quest’animal, ch’egli è pasto da amanti,
     Se noi dovessim morir tutti quanti.