69 Ma quel lion, ch’egli avevan menato,
Si stette sempre di mezzo a vedere,
Perchè, se fussi d’alcun domandato
Di questo fatto, il voleva sapere.
Era Dodon già di terra levato,
Ma Ulivier pur si stava a giacere;
I Saracin corrien fuor della porta,
Faccendo festa che la fiera è morta.
70 Venne Corbante con molta brigata,
A veder come questo fatto er’ito;
Vede la bestia in terra rovesciata,
Vede Dodon sanguinoso ferito;
Vede Ulivier colla mano affocata,
Che morto gli parea, non tramortito;
Vede la terra per la fiera arsiccia,
Della qual cosa assai si raccapriccia;
71 Vede la testa del fiero dragone,
Che gli parve a veder mirabil cosa;
Vede Rinaldo turbato, e Dodone,
Perch’Ulivieri in terra si riposa;
Ebbe di questo gran compassione;
Vedevagli la gamba sanguinosa,
E non sapea con che parole o gesti
Si condolessi, o ringraziassi questi.
72 Abbracciò infin Rinaldo lacrimando;
E poi Dodon, dicendo: Baron degni,
Come potrò mai ristorarvi, o quando?
Da Macon credo che tal grazia vegni,
Che in queste parte vi venne mandando;
Ecco la vita e tutti i nostri regni,
E la corona collo scettro nostro;
Disposto sono, ogni cosa sia vostro.
73 Ma sempre piangerò, se questo è morto,
Che par sì degno e gentil cavalieri.
Disse Rinaldo: Re, dàtti conforto,
Chè pianger di costui non fa mestieri;
Il tuo parlare assai ci mostra scorto
Che tu sia grato, e giusti i tuoi pensieri:
La tua corona e ’l regno l’accettiamo,
E come nostro a te lo ridoniamo.