Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/101

Da Wikisource.
98 il morgante maggiore.

77 Salvo s’io sarò mai di tanto sazio,
     Ch’io possa al conte Orlando trarre il core;
     Io ne farò per certo tale strazio,
     Ch’esemplo fia d’ogni altro peccatore,
     Se mi darà Macon tanto di spazio;
     Chè sento che si sta quel traditore
     In Babillona in gran trionfo e festa,
     Ed io pur piango in questa scura vesta.

78 Or lasciam questo: se tu vuoi venire
     A corte tu con la tua compagnia,
     A starti meco insino al tuo partire,
     Io ti farò per Macon cortesia;
     E ciò ch’i’ ho, sia tuo, sanza più dire:
     Forse che quivi tua ventura fia.
     Orlando il ringraziò di quel c’ha detto,
     E tornasi a Rinaldo e Ricciardetto.

79 Una fanciulla, che il loro oste aveva,
     Medicava Rinaldo; e perch’ell’era
     Molto gentil, Rinaldo gli diceva
     Che la voleva tor per sua mogliera.
     Di giorno in giorno l’armata cresceva:
     Re di Murrocco con sua gente fera,
     Vestiti di catarzo duro e grosso,
     Era venuto, e pareva Minosso;

80 E di Canaria un feroce Amostante,
     Ch’aveva molta turba e gran canaglia,
     Chiamato dalla gente Leopante;
     E tutti i cavalier suoi da battaglia
     Eran coperti d’osso d’elefante,
     Ch’era più duro che piastra o che maglia;
     Ed un lion rampante molto fiero,
     Come Rinaldo, avea nel campo nero.

81 E per ventura passò per la strada
     Di Chiarion, dove dimora Orlando;
     Ed alcun par che dinanzi gli vada
     Certi stormenti al lor modo sonando:
     Allo stendardo di Rinaldo bada,
     E di chi e’ fussi venia domandando,
     E ’n su ’n un carro da quattro destrieri
     Facea tirarsi più che corbi neri.