77 Salvo s’io sarò mai di tanto sazio,
Ch’io possa al conte Orlando trarre il core;
Io ne farò per certo tale strazio,
Ch’esemplo fia d’ogni altro peccatore,
Se mi darà Macon tanto di spazio;
Chè sento che si sta quel traditore
In Babillona in gran trionfo e festa,
Ed io pur piango in questa scura vesta.
78 Or lasciam questo: se tu vuoi venire
A corte tu con la tua compagnia,
A starti meco insino al tuo partire,
Io ti farò per Macon cortesia;
E ciò ch’i’ ho, sia tuo, sanza più dire:
Forse che quivi tua ventura fia.
Orlando il ringraziò di quel c’ha detto,
E tornasi a Rinaldo e Ricciardetto.
79 Una fanciulla, che il loro oste aveva,
Medicava Rinaldo; e perch’ell’era
Molto gentil, Rinaldo gli diceva
Che la voleva tor per sua mogliera.
Di giorno in giorno l’armata cresceva:
Re di Murrocco con sua gente fera,
Vestiti di catarzo duro e grosso,
Era venuto, e pareva Minosso;
80 E di Canaria un feroce Amostante,
Ch’aveva molta turba e gran canaglia,
Chiamato dalla gente Leopante;
E tutti i cavalier suoi da battaglia
Eran coperti d’osso d’elefante,
Ch’era più duro che piastra o che maglia;
Ed un lion rampante molto fiero,
Come Rinaldo, avea nel campo nero.
81 E per ventura passò per la strada
Di Chiarion, dove dimora Orlando;
Ed alcun par che dinanzi gli vada
Certi stormenti al lor modo sonando:
Allo stendardo di Rinaldo bada,
E di chi e’ fussi venia domandando,
E ’n su ’n un carro da quattro destrieri
Facea tirarsi più che corbi neri.