22 Orlando e gli altri insieme se ne vanno,
Tanto che son presso a Castelfalcone,
E due pastori appresso trovati hanno:
L’uno era quel che mandò Ganellone
A Babillona, e gran festa gli fanno:
E domandâr se Gan vivo è in prigione,
O s’egli è morto, o quel ch’era seguíto,
Se lo sapeva, o quel che n’ha sentito.
23 Il pastor disse, ch’egli è vivo e sano
Nella prigion, ma con assai disagio:
Poi prese del caval la briglia in mano
D’Orlando, e tutti gli mena al palagio,
Dove stava il pastor che impiccò Gano;
Dicendo: Qui solea star quel malvagio,
Ch’avea il corsier di Rinaldo imbolato;
Noi c’imbucammo, com’e’ fu impiccato.
24 Quivi son tutti i Cristiani smontati;
E' pastor certi capretti uccidieno,
E certi lor lattonzi hanno infilzati:
Del latte v’è da versarsi pel seno;
E’ destrier son come lor vezzeggiati:
Gran sacca d’orzo e gran fasci di fieno.
Rinaldo disse: Al mio date orzo e paglia:
E poi, si dice caval da battaglia.
25 Quivi mangiorno e riposârsi alquanto;
Orlando que’ pastor vien domandando,
Come il castel pigliar si possi intanto:
I pastor tutto venien disegnando,
Come guardato sia da ogni canto;
E per sei porte vi si viene entrando;
Ed ogni porta a sua difensione
Aveva un fiero e selvaggio lione.
26 E la lor madre, chiamata Creonta,
Com'un dragon gli unghioni avea affilati,
Barbuta, e guercia, e maliziosa, e pronta,
E sempre aveva spiriti incantati:
E par piena di rabbia, d’ira e d’onta;
E per paura non è chi la guati,
Pilosa, e nera, arricciata, e crinuta,
Gli occhi di fuoco, e la testa cornuta.