37 Ed anche poi il gigante per la pena.
Aldinghier, quando lo vide caduto,
Subitamente un gran colpo gli mena.
Al collo del gigante s’è abbattuto,
E con la spada tagliente lo svena:
L’altro fratel, come questo ha veduto,
Si scaglia a Ulivier di furia acceso,
Ed abbracciollo, e portanel di peso,
38 Come farebbe il lupo un pecorino;
Ma ’l buon pastore Orlando lo soccorse,
E disse: Posa, posa, Saracino,
Posalo giù; tu non credevi forse,
Che fussi presso il guardian nè il mastino?
Di che il gigante per ira si morse,
Che ’l sangue a Ulivier voleva bere,
Ma per paura sel lascia cadere.
39 Ulivier ritto si levò di terra,
E trasse a quel Pagan con Altachiara,
E nella trippa una punta disserra,
Dicendo: Tu berai la morte amara.
E con quel colpo morto giù l’atterra,
E bisognò che trovassi la bara:
Eron già morti tre, restavane uno,
Ch’era più fiero e forte che nessuno.
40 Orlando disse: La battaglia è mia,
E tocca a me quest’altro che ci resta;
E ’l fêr gigante pien di bizzarria
D’un mazzafrusto gli diè in su la testa,
Che poco men ch’Orlando non cadia.
Gridò Rinaldo: Ed anco tua fia questa
Picchiata, come hai detto la battaglia:
Non se’ tu Orlando, o ’l brando più non taglia?
41 Allora Orlando lo scudo abbandona,
E ’l pome della spada appoggia al petto,
E ’nverso il Saracin se stesso sprona,
Quando e’ sentì quel che ’l cugino ha detto;
E terminò passargli la persona:
Giunse la punta al bellico al farsetto,
Ch’era di ferro, e ogni cosa infilza,
E passò il ventre e ’l fegato e la milza.