87 Rispose Astolfo: A cotesta mercede
Non intend’io di star del mio destriere,
Ch’io so ch’io me n’andrei sanz’esso a piede,
E ’l Signor vostro si staria a vedere:
Questa vostra speranza e questa fede
A me non dette mai mangiar nè bere:
Io intendo ritrovare il mio cavallo,
E farò forse lor caro costallo.
88 E missesi a cercar, tanto che pure
Gli ritrovò, che sono in su d’un prato,
E stanno a riposarsi alle verzure,
E ’l caval si pascea così sellato:
Avean chi lance, chi spade e chi scure.
Astolfo a un di lor si fu accostato,
Gridando: Traditor, ladron di strada!
E ’nsino al mento gli cacciò la spada.
89 L’altro gli mena con una giannetta:
Astolfo vede la punta venire,
E con un colpo tagliò l’aste netta,
Poi con un altro lo fece morire:
Addosso agli altri compagni si getta,
Tanto che tutti gli ha fatti stordire:
Quattro n’uccide di dieci pagani,
Agli altri il collo legava e le mani.
90 E rimontò sopra ’l suo palafreno,
E 'nverso il romitoro si tornava;
Quando i romiti i mascalzon vedieno,
Ognun d’Astolfo si maravigliava,
E ringraziorno lo Dio Nazzareno.
Astolfo a questi romiti parlava:
Io vo’ che voi impicchiate a ogni modo
Questi ladron pien di malizia e frodo.
91 Dicevano i romiti: Fratel nostro,
Iddio non vuol che giustizia si faccia:
Pertanto questo uficio si fia vostro.
Diceva Astolfo: Io credo ch’a Dio piaccia
Più questo assai che dire il paternostro,
Se vero è che i cattivi gli dispiaccia.
Cavate fuor le cappe, e fate presto,
E tutti gli appiccate a un capresto.