92 Questi romiti fanno del vezzoso,9
E par ch’ognun di lor si raccapricci:
Astolfo, ch’era irato e dispettoso,
Comincia a bastonargli come micci,
Dicendo: Al cul l’arà chi fia ghignoso!
Tanto che fuor balzorono i cilicci,
Sentendo fra Mazzon10 che scuote i panni,
E parean tutti all’arte usi cent’anni.
93 Astolfo se ne va pur poi soletto
Per questa selva, ove la via lo porta,
Sanza certo proposito o concetto:
Lascialo andar, che l’angiol gli sia scorta.
Orlando si recò questo in dispetto,
Ed una notte uscì fuor della porta
E vassene soletto di nascosto,
Chè ritrovare Astolfo avea disposto.
94 Rinaldo alla sua vita mai non fue
Peggio contento, quanto a questa volta.
Diceva Antea: Che facciam noi qui piue?
Ogni nostra speranza veggo tolta:
Io v’accomando al vostro Dio Gesue,
E ’nverso Babillona darò volta.
Rinaldo e gli altri ognun presto dicia,
Che gli volean far tutti compagnia.
95 E piangon tutti quanti il conte Orlando,
E ne ’ncresceva insino al traditore
Di Ganellone, e sempre lacrimando:
Dove se’ tu, dicea, caro signore?
E così giorno e notte cavalcando,
Avendo Orlando pur fitto nel core,
A Babillona condotta hanno Antea,
Che del suo mal più da presso piangea.
96 Non v’ha trovato il suo misero padre,
Che lo lasciò contento, e sì felice;
Non vi rivede più l’usate squadre,
E molte cose lamentabil dice.
Rinaldo con parole assai leggiadre
Diceva: Qui regina e imperatrice
Ti lascerò della tua patria antica,
E so che Orlando vuol che così dica.