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144 il morgante maggiore.

9 Tu non guardi Cristiana o Saracina;
     E Filiberta ha l’occhio del ramarro,3
     E stata è sempre di buona cucina,
     E basta solo un cenno a far bazzarro:4
     Noi non temiam tua gente malandrina,
     Benchè tu faccia viso di bizzarro:
     Costui, che Chiaristante uccise, or vedi,
     Con teco giosterrà; forse nol credi?

10 Rispose Orlando: Anzi di mezza notte
     Del letto n’uscirei, dico, ben caldo:
     Parole assai,4a ma poche lance rotte:
     Non credi tu ch’io conosca Rinaldo,
     E queste gente ch’egli ha qua condotte?
     Ch’a Monaca ha raccolto ogni ribaldo,
     E stato là con Filiberta in tresca,
     Or vuol mostrar della ragion gl’incresca.

11 Or chi avessi Rinaldo veduto,
     E’ non capea nell’arme per la stizza:
     Più volte inverso lor s’è dibattuto,
     Come sparvier, se la merla fuor guizza;
     E rivoltò Baiardo, e fece il muto,
     Che gli occhi in testa per rabbia gli schizza.
     Non può parlar per l’ira che l’affolta:
     Orlando a Vegliantin dette la volta.

12 E con le lance a ferir si tornorno:
     Non domandar con che furia venía
     Rinaldo, e l’aste agli scudi appiccorno,
     Ma non pensar che vantaggio vi sia;
     Rupponsi tutte, e’ destrier via volorno:
     Rinaldo non potè la bizzarria
     Disfogar con la lancia, e prese il brando,
     E ritornò per assalire Orlando.

13 Orlando trasse Durlindana e grida:
     Può far però Macon, che Filiberta
     Ami tanto, cugin, che tu m’uccida?
     Rinaldo presto ritenne Frusberta,
     Perchè e’ conobbe la voce alle strida,
     E Durlindana, come e’ l’ha scoperta;
     Ed abbracciar correa l’un l’altro presto:
     Rinaldo dicea pur: Può esser questo?