14 Subito tutti vanno alla cittate;
Astolfo nel palagio gli menava,
E molte cose insieme hanno trattate,
E quel che sia da far si disputava;
Così son trapassate più giornate.
Ecco Dodon, ch’un dì quivi arrivava,
E dètte a tutti presto ammirazione,
Dicendo: Che novelle hai tu, Dodone?
15 Disse Dodon: Cattive e dolorose;
E posesi a seder; poi lacrimando
Diceva: La fortuna in tutte cose,
Poi che di corte ti partisti, Orlando,
Con mille ingiurie palese e nascose
Troppo vien Carlo tuo perseguitando;
Ed ha scoccato a tempo or più che mai
La trappola; ogni cosa sentirai.
16 Il gran Calavrion della Montagna,
Fratel del Veglio, il qual si dice è morto,
Passato è in Francia pel mezzo di Spagna,
E dice che ’l fratel l’uccise a torto
Un cavalier, ch’è or di tua compagna;5
Ma che farà le vendette di corto;
Cento quaranta migliaia numerati
Sono i Pagan, che con seco ha menati.
17 Ed ha menato un altro suo fratello,
Quale Archilagio si fa nominare,
E molto conto là si fa di quello;
Pensa che Carlo non sa che si fare:
E’ ti convien volar com’un uccello,
E Montalban bisogna anco aiutare,
Chè e’ v’è sessanta mila cavalieri,
E tutti Maganzesi e da Pontieri.
18 Il capitan di tutti a Montalbano
Al tuo piacer, Rinaldo, è Grifonetto.
Disse Rinaldo: Alla barba mia, Gano,
Tu hai pur fatto a questa volta netto.
Disse Dodone: E’ v’è drento Viviano.
Rinaldo disse: E’ non v’è Ricciardetto?
Dodon soggiunse: E’ v’è il franco Danese.
Gan si turbò, quando tal cosa intese.