29 Tu l’hai più volte che Giuda tradito:
Ecco chi vuol parer buona persona!
Di Carlo non m’incresce rimbambito,
Che sempre ogni segreto ti ragiona,
E non s’accorge d’essere schernito,
Mentre che sente in capo la corona;
E non si crede al cacio rimanere,
Se non sente la trappola cadere.
30 Ma m’incresce d’Orlando mio cugino,
E d’Ulivier, che ti credon ciascuno,
Che il lupo voglia andar per pellegrino:
Che dì c’hai fatto de’ boti forse uno;
Se tu trovassi a caso un pecorino,
Torrestil tu? Sì forse per digiuno:
Tanto t’aiuti Iddio, quant’io tel credo,
Io non ti crederrei, stu fussi il Credo.
31 Così sia tu tagliato a pezzo a pezzo,
Come tu hai fatto questo tradimento:
E non è il primo, e sarà forse il sezzo.
Tu dì che se’ maturo un poco a stento:
Tu fusti il primo dì fracido e mezzo
Di tradimenti; e stu se’ malcontento
Di questo fatto, io credo che tu scoppi,
Non esser là, per farla in cento doppi.
32 Che dich’io cento? in più di cento mila;
Non ti par forse a tuo modo ordinata?
Ma se vi manca a questa tela fila,
Tu n’hai pien la scarsella e la farsata,
E tuttavia la mente ne compila,
Insin che fia fornita la ballata:
Vedrai che questo ancor ricorderotti:
Andiamo in Francia, e là gastigherotti.
33 Io t’ho a impiccar, ribaldo rinnegato,
Come tu sai che me impiccar volesti.
Orlando, poi che molto ebbe ascoltato,
Diceva ’Astolfo: Ve’ che lo dicesti,
Tu ti se’ pure a tuo modo sfogato;
Io vo’ che la quistione omai qui resti.
Gan si doleva, e non gli parea giuoco;
Ma ciò che dice è stuzzicare il fuoco.