34 Fecion consiglio tutti di partire:
Rinaldo volle Filiberta sia
Reina, e ’l popol la debba ubbidire,
E tenga in vita sua la signoria;
Poi sia di Greco dopo il suo morire.
Greco partì con la sua compagnia,
E fu contento; e Filiberta resta
Con la corona del marito in testa.
35 Rinaldo mai si vide sbigottito
Alla sua vita, quanto a questa volta;
E dice pur che Gan l’avea tradito,
Per fare, or che non v’era Orlando, colta:
E così tutti hanno preso partito,
Pigliare in verso Parigi la volta;
E vanno giorno e notte alla stagliata,7
Non creder sempre per la calpestata:
36 Per boschi e selve, alla ricisa, a stracca,
Donde e’ credien raccortare il cammino;
Come fa spesso la dolente vacca,
Ch’ode di lungi smarrito il boccino,
E rami e sterpi ed ogni cosa fiacca,
E mugghia insin che lo vede vicino:
Così facien costor per valle e piano,
E sempre traditor gridano a Gano.
37 Ma non si sono apposti già di questo,
Chè colpa non ci avea ser Tuttesalle,8
E Malagigi il dicea manifesto:
Aspetta pur che sieno in Roncisvalle,
Quantunque il tradimento fia per resto,
Perchè la penitenzia arà alle spalle,
E Carlo, come e buon tre volte e sciocchi,
Quando fia più che morto, aprirà gli occhi.
38 Piangerà tardi il suo caro nipote
E pentirassi aver sempre creduto
A Ganellon, graffiandosi le gote;
Ma che val tardi l’essersi pentuto?
Lascia pur volger le volubil rote
A quella che nel ciel tutto ha veduto,
E anco al traditor d’ogni fallenzia
Serberà a tempo la sua penitenzia.