54 Quest’altro giovinetto è mio cugino,
Ed èssi nuovamente battezzato;
Non lo conosci? egli era Saracino:
Ed Aldinghier non ebbe ricordato:
Gan traditor gli pose l’occhiolino,
Ed ebbe il tradimento già pensato.
Diceva Diliante: A ogni modo,
D’avervi fatto onor per Dio ne godo.
55 Ma s’io non erro, non se’ tu colui,
Che uccidesti il gran Veglio mio zio?
Disse Rinaldo: Io fui mandato a lui
Dal gran Soldan, ma poi non piacque a Dio
Ch’io l’uccidessi, e gran suo amico fui,
E battezza’lo, e vendicai poi io:
Uccisi chi l’uccise, un gran gigante;
Dunque tu di’ il contrario, Diliante.
56 Rispose Diliante: Assai m’incresce,
Che questo caso è stato male inteso;
E veggo quanto mal di ciò riesce,
Però che molto fuoco è in Francia acceso
Per questo fatto, e tuttavolta cresce:
Calavrion di voi si tiene offeso,
E con gran gente a Parigi n’è ito,
Com’io son certo ch’avete sentito.
57 In questo tempo si lieva un romore,
Che tutta la città sozzopra va
E tutto il popol fuggiva a furore:
Diceva Orlando: Questo che sarà?
Disse il Pagan: Non abbiate timore.
Un lione è, che spesso così fa,
E molta gente in questa terra ha morta,
E spesso se ne vien drento alla porta.
58 E duolmi ch’io ci ho colpa in questo fatto,
Tanto ch’io n’ho grand’odio con costoro;
Io allevai un lion bianco un tratto,
Che mi parea gentil, benigno e soro;
E’ si fuggì, dond’io ne son disfatto,
Però ch’e’ ci ha poi dato assai martoro:
A poco a poco la mia gente manca,
E son segnato ancor della sua branca.