69 Rinaldo, che ’l Soldan vide cadere,
Diceva al Veglio: Per la fede mia,
Che non era di matto il suo temere;
Vedi che luogo ha pur la profezia!
Or oltre in rotta si fuggon le schiere,
Dunque mostrian la nostra gagliardia.
E vanno trascorrendo ove e’ vedieno
I Saracin che indrieto si fuggieno.
70 Rinaldo il giustizier trasse per morto
Di sella con un colpo con Frusberta,
Onde e’ gli disse: Tu m’hai fatto torto;
A questo modo il mio ben far non merta,
C’ho dato aiuto a’ prigioni e conforto.
Disse Rinaldo: Dove e’ sien m’accerta,
E in questo modo camperai la vita,
Se no, da me tu non farai partita.
71 Il giustiziere allor Rinaldo mena,
Dove i prigion si stavan dall’un canto
Afflitti, dolorosi, con gran pena,
Ed avean fatto quel giorno gran pianto;
Tanto che più gli riconosce appena:
Che pagheresti voi, ditemi il quanto,
Dicea Rinaldo, allor chi vi scampassi?
Ed Ulivier, come e’ suol, cheto stassi.
72 Ma Ricciardetto rispose: Niente;
Noi non abbiam danar nè cosa alcuna;
Siam qui condotti sì miseramente,
Sanza speranza, come vuol fortuna:
Ma se qui fussi Rinaldo al presente,
Non temeremo di cosa nessuna;
O se ci fussi il conte Orlando appresso,
Che di camparci pur ci avea promesso.
73 Disse Rinaldo: Siete voi Cristiani?
Rispose Ricciardetto: Sì, messere,
E paladin già fummo alti e sovrani.
Rinaldo più non si potea tenere:
Alla visiera si pose le mani,
Acciò che in viso il potessin vedere;
Donde ciascun lo riconobbe presto,
Ma, volendo, abbracciar non posson questo.