189 E così vuol la Giustizia divina,
Così tutte le cose al mondo vanno,
Chi vive con tristizia e con rapina:
Avea sognato il suo futuro danno
La notte costui presso alla mattina,
Come l’anime nostre spesso fanno;29
Che in Saliscaglia un serpente veniva,
E per paura di lui si fuggiva.
190 Andò questo Arpalista assai cercando
La morte, e prima a Parigi arrivò;
Carlo non v’era, e non vi truova Orlando,
Per la qual cosa a Pontier se n’andò:
Gano ha trovato, che ’l vien domandando:
Dimmi chi sia, e soldo ti darò.
E’ gli diceva di sua crudel sorte,
E come andava cercando la morte.
191 Rispose Gan: Tu debbi esser mandato
Da Carlo o da Orlando per ispia,
E perch’io son più di te disperato,
Tra disperato e disperato sia;
Piglia del campo, ed arai qui trovato
La morte che tu cerchi tuttavia:
E dette volta al suo Mattafellone,
E minacciava, e chiamalo spione.
192 L’Arpalista toccava il ciel col dito,
Poi che trovato avea con chi contendere;
Subitamente a trovarlo n’è ito,
Tanto che Gan non si può alfin difendere;
E cadde del caval tutto stordito,
Che non ne volea forse ancora scendere:
Sì forte colpo gli diè l’Arpalista,
Che gli appiccò la lancia nella vista.
193 Molti baron di Gan che sono in piazza,
Volson tutti le punte al Saracino;
Ma perch’egli è di più che buona razza,
Si difendea così col moncherino,
Tanto ch’a molti frappò la corazza:
Ma Ganellon, tornato in suo domino,27
Gridò che i cavalier suoi si scostassino,
E più col Saracin non contastassino.