204 Ogni animal per non morir s’aiuta:
Per questo Carlo m’ha posto l’assedio,
Per questo tanta gente è qua venuta:
Io non vo’ più, Pagan, tenerti a tedio;
Credo che sia di Dio volontà suta
Che tu venissi qua per mio rimedio;
Vo’ che tu vadi insino alla Corona,
Per fare opera giusta, e santa, e buona;
205 E riconoscer la vita da te;
E di’ ch’io vo’ venir con la correggia
Al collo, e ginocchion chieder merzè,
Come il fanciul talvolta che scioccheggia;
E se mai cosa per lui grata fe’,
Che di levar questa gente provveggia;
E vo’ che mi perdoni sol la morte,
E mai più poi non mi vedrà in sua corte.
206 Quando ebbe così detto il traditore,
All’Arpalista par la impresa giusta,
E per andare a Carlo imperadore,
Pargli mill’anni in punto aver la fusta;
E sella immediate il corridore.
Diceva Gano: Il savio intende e gusta,
E però sempre il sapiente manda;
Al conte Orlando mio mi raccomanda,
207 Che ti parrà un uom ch’ogni altro ecceda:
Questo è colui ch’è buon, discreto e degno
E della gloria del suo sangue ereda,
E sol per lui tien Carlo scettro e regno;
E suo patrigno son, vo’ che tu creda.
Guarda se misse qui tutto il suo ingegno!
Tutto facea perch’e’ gliel ridicessi,
Acciò ch’Orlando a pietà si movessi.
208 L’Arpalista n’andava imburiassato,
Che la camicia non gli tocca l’anche;32
Dinanzi a Carlo Man s’è inginocchiato,
E dice come Gan le carte bianche
Gli manda; e ciò che gli avea ragionato,
E ch’esser gli parea tra male branche;
E replicava appunto ciò che disse
D’Orlando, acciò che ’l fatto riuscisse.