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186 il morgante maggiore.

219 Rinaldo il me’ che sa dà lor conforto,
     Dicendo: Abbiate alla terra riguardo,
     E dirizzate a ragione ogni torto:
     E raccomando a tutti il mio Baiardo;
     E presto tornerò, s’io non son morto,
     Chè d’ubbidire Iddio nel cor tutto ardo:
     Sievi raccomandata la giustizia,
     Tenete in pace la terra e ’n dovizia.

220 E fece apparecchiar presto la nave,
     Chè quel padron con Rinaldo si stava,
     E d’ogni cosa gli si dà la chiave;
     E per ventura romei v’arrivava;
     E benchè la partenza fussi grave,
     Con questi finalmente s’avviava:
     E tutti prima in bocca si baciorno,
     Di stare al bene e ’l mal la notte e ’l giorno.

221 E così si commette alla marina,
     E l’armadura tien sotto coperta:
     Disopra si vedeva una schiavina,
     E non dimenticò però Frusberta;
     Il vento è buono e la nave camina,
     Tanto che Barberia hanno scoperta,
     E dirizzàrsi verso una cittade,
     Donde saran per terra poi le strade.

222 E come drento al porto surti sono,
     Rinaldo dal padron fa dipartita,
     E dice: Fra un mese e’ sarà buono,
     Che questa nave in qua sia comparita;
     E ’ntanto io tornerò dal mio perdono;
     Cristo t’aiuti e la tua calamita,
     Che non val men che la stoppa e la pece.
     Donde il padron con lui gran pianto fece.

223 E disse: Il dì ch’io me n’andrò sotterra,
     Non sentirò nel cuor la metà pena:
     Dico in quel punto che l’alma si sferra;
     Vattene in pace ove il cammin ti mena,
     Aiùtiti il tuo Dio, se tu vai in guerra,
     Aiùtiti Maria, di grazia piena:
     Io tornerò qui con la nave presto.
     E non potè più oltre dir che questo;