4 Io vengo per provar mia forza teco.
Rispose Fuligatto: Tu n’andrai,
S’io ti do qualche mazzata di cieco;
Ecco, per Dio, la serpe ch’io sognai,
Che mi parea s’avviluppassi meco,
E per paura di ciò mi destai;
Non mi parea poterla sviluppare;
Tu se’ la serpe, che non vuoi sbucare.
5 Disse Rinaldo: Pel contrario fia,
Che tu sarai la serpe, io lo spinoso,
Che ’l misse un tratto per la sua follia
Nella sua buca, chiedendo riposo;
Poi lo voleva costei cacciar via,
Perch’e’ si voltolava il doloroso:
Onde e’ rispose: A non tenerti a bada,
Chi non ci può star, serpe, sene vada.
6 Fuligatto era tutto maraviglia:
Chi fia costui? dicea, che cosa è questa?
Prese al caval di subito la briglia,
E mena un colpo a Rinaldo alla testa.
Rinaldo un salto della sella piglia,
Quando e’ sentiva toccarsi la cresta:
Dèttegli un pugno, e sbrucagli l’orecchio,
E fe’ di sangue un lago di Fucecchio.3
7 E Fuligatto balza giù stordito;
Rinaldo nol toccò, chè s’è levato,
E come e’ fu tutto in sè risentito,
Diceva, io credo che tu sia incantato,
O qualche diavol dell’abbisso uscito;
Io son per questo pugno smemorato.
Per questa notte vo’ che ci posiamo,
E domattina insieme combattiamo:
8 Non dubitar di tradimento o inganno.
Disse Rinaldo: Non temer pur tu.
Così la notte in cagnesco si stanno;
E come il giorno in oriente fu,
Armati fuori a campo se ne vanno,
E disfidati, sanza parlar più,
Ognun del campo a suo senno si tolse,
E con la lancia al nimico si volse.