Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/204

Da Wikisource.

canto ventesimoterzo. 201

19 L’alfana per le mugghia è spaventata,
     Non la potea Fuligatto tenere;
     Poi disse, quando e’ l’ha rassicurata:
     Io vo’, Rinaldo, mi facci un piacere:
     Se io uccidrò questa bestia sfrenata,
     Tu creda in Macometto, chè è dovere;
     Se tu l’uccidi, la tua fede vaglia;
     Ma che mi doni la prima battaglia.

20 Rinaldo rispondea ch’era contento;
     Ma ogni cosa ha sentito Spinardo:
     Rise fra sè di tal ragionamento,
     E dette a Fuligatto con un dardo:
     Nel braccio tutto gliel ficcava drento.
     Rinaldo s’arrecava a Bellosguardo,
     E vide Fuligatto sbigottito
     Cader giù dell’alfana tramortito.

21 Gridò: Pagan traditor, c’hai tu fatto?
     Tu se’ bestia per certo e traditore;
     Ma per Dio, che se morto è Fuligatto,
     Io ti trarrò colle mie mani il core.
     Non gli rispose Spinardo a quel tratto:
     Diserra un dardo con molto furore,
     E tra le gambe passa di Rinaldo,
     E fischia, come serpe quando è in caldo.

22 Rinaldo grida: Io ne farò vendetta;
     Se tu se’ pazzo, io non son Salamone.
     Questo Spinardo il terzo dardo getta:
     Rinaldo trasse d’uno stramazzone;
     E poi che l’aste taglia con gran fretta
     Si difilava a lui, come il falcone
     Quando ha veduto i colombi o le starne:
     Ovver come il lion che vuol far carne.

23 E fu tanto il furore e la tempesta,
     Che ’l porfiro affettato arebbe allora;
     E con la spada gli fesse la testa,
     Perchè la furia e la rabbia lavora:
     Ed anco quivi Frusberta non resta;
     Fessegli il collo, e tutto il busto ancora,
     Dove la bestia è congiunta coll’uomo;
     E morto fece in su la terra il tomo.6