54 Posti a sedere e riguardato un poco,
Laudò la fonte Gan, ch’assai gli piacque,
Però che tutto è circondato il loco
Di pomi, e fresche e cristalline l’acque;
Ma non poterno spegnere il gran foco
Onde principio al gran peccato nacque:
Poi cominciò Marsilio come amico
A ragionar con Gan del tempo antico.
55 E cominciossi insin dal Mainetto,
E come Gallerana amassi quello,
Mentre ch’egli era in corte giovinetto,
Molto pronto, leggiadro, e savio e bello;
E come prima s’avvide, nel petto
Ardea di questi amanti Mongibello,
E che per gentilezza tacer volse
Di quel che in verità spesso gli dolse.
56 E che pensava d’aversi allevato,
Non altrimenti che ’l suo Zambugeri,
Un altro figlio di lui proprio nato,
Perchè lo tenne in corte volentieri
E molto fu alcun tempo onorato;
E che fatti gli avea molti piaceri;
Poi gli volse la punta della lancia,
Come in mano ebbe lo scettro di Francia.
57 E disse poi delle guerre passate;
E quante ingiurie gli avea fatte Carlo
Onestamente furon ricordate;
Dicendo: A sicurtà con teco parlo;
Con parole pur destre accomodate,
Per mostrar come al cor gli rode un tarlo,
A ricordarsi del tempo preterito,
E che aveva da lui cattivo merito.
58 E che gli aveva tre volte la Spagna
Tolta, e volea pur coronarne il Conte;
E ricordava al signor di Magagna,
Non di Maganza, tutte le sue onte;
Che, per veder se Marsilio si lagna
Da beffe, gli occhi affisa nella fonte;
E non guardava sè come Narciso,
Ma gli atti e’ gesti di Marsilio al viso.