194 Noi piglierem la Francia e la Borgogna,
Inghilterra, la Fiandra e la Brettagna,
La Normandia, Navarra e la Guascogna,
La Piccardia, Provenza, e poi Lamagna;
E basta solo a me, quel che bisogna:
Conservar la mia sedia antica e magna;
Il resto, imperii e regni, si sia vostro,
Chè sanza voi son nulla, e tutto è nostro.
195 E manderò poi Bianciardino a Roma
Al gran papasso, a comandar che vegna
A Siragozza a pena della chioma;
Se non, ch’io volgerò là la mia insegna,
E in su l’altar che di Pietro si noma,
Per mostrar più la mia grandezza degna,
E come il ver profeta è Macometto,
Mangeranno i cavalli a suo dispetto.
196 Per tanto ognun si metta l’elmo in testa,
La lancia in mano, e segua il suo stendardo;
Non so se a ricordarvi altro mi resta:
Penso che sì, ch’ognun abbi riguardo,
Se voi vedessi la mia sopravvesta
Che porta un giovinetto assai gagliardo,
Fate che questo sia salvato solo,
Però ch’egli è di Ganellon figliuolo.
197 Poi ch’egli ebbe finita l’orazione,
E tutti i cavalieri ammaestrati,
Rimontò a caval Marsilione,
E furon gli stendardi in alto dati;
E nella prima schiera è Falserone,
Con le sue gente, tutti bene armati,
E Belfagorre avea nello stendardo,
Di color nero, e ’l campo era leardo.
198 Nella seconda schiera è Bianciardino,
Ed occupava tutta una montagna;
Però che molto popol Saracino
Avea con seco menato di Spagna,
E diguazzava il vento un Appollino
Nella ricca bandiera azzurra e magna:
Questo Appollino offende più d’un testo,
E dice alcun che Trevigante è questo.